Le fonderie italiane torneranno ai livelli pre-Covid a fine anno

Il 2021 si apre all’insegna dell’ottimismo per le fonderie italiane, ma pesa l’incognita materie prime. Secondo l’analisi trimestrale Assofond, l’associazione di Confindustria che rappresenta le fonderie italiane, il primo trimestre è in deciso miglioramento: tutti gli indicatori di consuntivo sono in crescita e disegnano una dinamica crescente rispetto alle ultime quattro rilevazioni.

Progressione costante

La variazione ponderata del fatturato, in termini congiunturali, segna una crescita media aggregata del 16% rispetto al quarto trimestre 2020, confermando la progressione costante lungo gli ultimi quattro periodi. La maggioranza delle fonderie che hanno risposto all’indagine segnala un incremento delle commesse nel primo periodo dell’anno, nonché la produzione di nuovi modelli e l’acquisizione di nuovi clienti.

Pieno recupero

Contestualmente, le fonderie hanno anche espresso un’attesa di variazione sulla fine dell’anno che raggiunge il +21% rispetto al 2020: decisamente significativa e di pieno recupero rispetto alla perdita registrata nel 2020 sul 2019 (-17,9%). La crescita di fatturato è accompagnata anche da una crescita della visibilità sugli ordini, sebbene di lieve entità, a fianco di una più marcata crescita dell’utilizzo di capacità produttiva e, soprattutto, del giudizio degli imprenditori sulla stessa.

Nuovo picco massimo

L’utilizzo di capacità produttiva, nel primo trimestre del 2021, è pari infatti al 78,1%, e registra un nuovo picco massimo sugli ultimi quattro trimestri. Contestualmente, aumentano significativamente, al 52,8% del campione, le aziende che ritengono soddisfacenti i livelli raggiunti, riducendo sia l’incidenza di chi li giudica scarsi (22,2%) o insufficienti (25,0%). A rendere meno idilliaco il quadro, il dato relativo alla fiducia espressa sui prossimi sei mesi: l’indice Six (che sintetizza proprio le risposte sulle aspettative a sei mesi), pur rimanendo su valori di ottimismo (oltre i 60 punti) perde un punto rispetto all’ultimo trimestre del 2020, gettando così un’ombra di incertezza sull’intensità della ripresa nel corso del 2021.