Così i portalettere aiutano l’integrazione

Camini è un piccolo centro collinare del Reggino. Qui, con l’arrivo di diversi migranti provenienti dall’ Africa c’è stato un ripopolamento importante. Il piccolo centro della Locride si è infatti reso protagonista di un processo di integrazione, nel quale anche i portalettere di Poste Italiane hanno giocato un ruolo importante. A darne notizia è il Quotidiano di Calabria con la storia di Carmelina, mamma di due ragazzi. Carmelina lavora da sette anni presso il Centro distribuzione di Poste Italiane di Caulonia Marina. Da un anno e mezzo circa distribuisce la corrispondenza nel suo paese di origine, Camini.

La “missione” dei portalettere

Il portalettere nei piccoli comuni è riuscito a conservare negli anni un rapporto quasi familiare con i clienti di Poste Italiane. Carmelina spiega al Quotidiano di Calabria che tutto è cambiato negli anni: “Grazie ai palmari in dotazione il portalettere raccoglie le firme per le consegne di raccomandate, assicurate e pacchi, paga utenze, ricarica i cellulari. Da qualche mese, grazie alla piattaforma di Poste Italiane, qui possiamo anche raccogliere le adesioni per le vaccinazioni”.

L’adesione ai vaccini

Il servizio della prenotazione è molto importante anche in una comunità come quella di Camini: “Un servizio molto richiesto e per il quale la gente si è da subito fidata di noi, chiedendoci aiuto e supporto” riporta il giornale. Ancora la portalettere sottolinea il rapporto tra migranti e comunità caminese: “I caminesi hanno ormai instaurato un bellissimo rapporto con questi ragazzi che vengono da situazioni difficili e quindi questo ha fatto scattare quasi automaticamente la solidarietà di tutti cittadini di Camini. La solidarietà che si respira in ogni angolo del paese è davvero unica. Camini è diventato negli anni un modello, un caso di studio che richiama professionisti e giornalisti da ogni parte del mondo”.

La piccola Gaida

Il Quotidiano di Calabria racconta anche ci sono “storie simpatiche di integrazione come quello della piccola Gaida 7 anni, di origini siriane, che sta che cominciando ad imparare la nostra lingua” e spiega a sua madre Amal che “il portalettere le ha portato una raccomandata e che per ritirarla deve firmare sul palmare che ha la portalettere: insomma, una traduttrice modello”.