Ponza, il portalettere che “dà i nomi” alle strade che non ne hanno

A Ponza c’è un portalettere davvero originale. Poste Italiane significa anche tante storie da raccontare. Dalle grandi città ai piccoli paesi sperduti, dalle isole fin sopra le alte montagne, in ogni condizione atmosferica, i portalettere arrivano per recapitare la corrispondenza agli abitanti del luogo. È il caso di Pasquale Labate, portalettere nell’isola di Ponza, dove le strade non hanno nomi, la toponomastica è inesistente e l’omonimia la fa da padrona. Silverio è il nome più frequente tra gli abitanti maschi di questa splendida isola nell’azzurro del Mar Tirreno, mentre Emma lo è tra le donne. La storia di Pasquale ce la racconta “Il Caffè di Anzio Nettuno”, rivelando particolari davvero curiosi.

Il postino che inventa i nomi

Nell’articolo si legge, infatti, che l’intraprendente portalettere si è inventato uno stradario tutto suo. “Il postino che inventa i nomi” alle strade è dunque diventato, sull’isola, un vero e proprio personaggio. Non a caso, il tempo, a Ponza, scorre più lento ed è scandito dall’arrivo e dalla partenza del traghetto. Una realtà nella quale, in inverno, vivono poche migliaia di abitanti, che in estate diventano molti di più grazie all’arrivo dei turisti. Il Caffè di Anzio Nettuno fornisce ai propri lettori anche un simpatico identikit di Pasquale: calabrese di nascita, 27enne, il postino più famoso di Ponza ha iniziato a lavorare in Poste Italiane come portalettere e, dal febbraio di quest’anno, esercita la sua funzione proprio su quest’isola.

Stregato dall’isola

Il suo lavoro, come riferito da Il Caffè di Anzio Nettuno, inizia nelle prime ore del mattino presso l’ufficio postale di Ponza Porto. Qui Pasquale aspetta l’arrivo del traghetto che porta tutte le merci, per poi effettuare le ordinarie lavorazioni, propedeutiche alla consegna della corrispondenza. Terminate queste attività, sale sul suo mezzo e raggiunge le località di sua competenza: “Quando si arriva a Ponza, in inverno – racconta Pasquale al Caffè di Anzio Nettuno – si trova una realtà molto diversa da quella cui si è abituati nel periodo estivo e sulla terraferma. Quest’isola mi ha stregato e ho trovato l’ispirazione anche per scrivere i testi di alcune mie canzoni”.

Contenitori di fortuna

Il problema più grande per il postino è quello di trovare la persona giusta a cui consegnare la corrispondenza: “Molti non avevano neanche la cassetta delle lettere – racconta Pasquale al giornale – quindi all’inizio è stato come vivere in un incubo: non conoscevo nessuno e le strade erano senza indicazioni e senza numeri civici. Alcuni avevano, al posto delle cassette, contenitori di fortuna tipo bustine di plastica, secchielli per la spiaggia oppure vecchi freezer rotti”. A Il Caffè di Anzio Nettuno il postino racconta di come sia stata fondamentale l’assistenza della collega Alessia, del posto, che lo ha affiancato il primo mese. Così Pasquale ha iniziato a prendere appunti per ogni via, indicando nomi e cognomi e numerando le cassette delle lettere secondo un suo personalissimo criterio, trascrivendo tutto su un quaderno e dando nomi di fantasia alle strade.

I suoi appunti

Quaranta pagine di appunti che – come racconta Il Caffè di Anzio Nettuno – non finivano mai. “Così ho trasferito tutte queste informazioni su un pdf che potesse essere di semplice consultazione”. Insomma, davvero una bella storia di passione per il proprio lavoro.