Portalettere e campionessa di pentathlon: la storia di Patrizia

La puntualità e precisione nel raggiungere i traguardi sportivi è la stessa che mette nel suo lavoro quotidiano di portalettere. Così come la passione è la stessa e non le fa sentire la fatica di allenamenti che arrivano dopo il lavoro, in una delle discipline più dure ma anche più di nicchia: il pentathlon di lanci. La storia di Patrizia Aletta, 50 anni, portalettere di Poste Italiane e fresca campionessa italiana master è raccontata dal quotidiano “Cronache di Caserta”.

Dai pacchi alla pedana

Al mattino, come racconta l’articolo, Aletta, che è descritta dai superiori come “portalettere modello” fa il giro delle case per consegnare lettere e pacchi, mentre il pomeriggio indossa canotta e pantaloncini e va al campo per allenarsi. Uno sport durissimo, che richiede una potenza fisica notevole, visto che ogni atleta si cimenta lanciando i cinque attrezzi dell’atletica leggera: “La gara dura cinque o sei ore, ogni atleta si cimenta nel lancio del martello, del disco, del giavellotto, del peso e del martello con maniglia corta, ognuno ha due lanci di prova e tre di gara per ciascuna delle cinque specialità”, spiega al quotidiano campano. 

Record e traguardi

Il lavoro e l’allenamento ripagano e così oltre alle due medaglie d’oro, ai campionati italiani di Enna sono arrivati una sfilza di primati. La fresca campionessa italiana e portalettere infatti, al termine delle cinque prove, ha totalizzato il punteggio record di 4.157 punti (il precedente era di 4.033 punti) e ha migliorato il record singolare femminile della sua categoria per il lancio del martello. Per lei un ulteriore traguardo dopo i due argenti nel martello e nel martello a maniglia corta agli Europei del 2018 a Venezia per la categoria SF45 e dopo l’oro vinto quando di anni ne aveva 35 nel pentathlon di lanci SF35. 

Postina con passione

Uno sport, quello praticato da Patrizia Aletta, tanto bello e faticoso quanto lontano dai guadagni delle discipline mainstream ma anche da quelle che hanno una visibilità soltanto nel periodo olimpico. Lei però non ne fa un problema perché mentre continua a prepararsi per l’appuntamento europeo di Braga del prossimo febbraio dove dovrà tenere alti i colori italiani, ogni giorno fa il giro dell’aversano consegnando le missive per Poste Italiane: “Il mio lavoro di portalettere è faticoso, ma bellissimo e molto gratificante – dice – Lo faccio da 13 anni e non lo cambierei per nulla al mondo: si gira, si incontrano persone, nessun giorno è uguale all’altro. E poi in Poste mi sento a casa”.