Nel 2020 ricavi dei servizi postali a +7,5%, bene il comparto pacchi

Nel settore dei servizi postali di corrispondenza e consegna pacchi i ricavi complessivi del 2020 hanno registrato, rispetto al 2019, una crescita complessiva del 7,5%, sfiorando i 9,8 miliardi. È quanto rileva l’Agcom nel focus sui bilanci, delle imprese operanti nel settore dell’editoria quotidiana e periodica, televisivo e dei servizi di corrispondenza pacchi.

La crescita

Dall’analisi emerge che tra il 2016 e il 2020 i ricavi attribuibili ai servizi di corrispondenza ed altre tipologie minori sono scesi da 3,09 a 2,01 miliardi (-35%), mentre quelli derivanti dai servizi postali di consegna pacchi dei principali operatori siano passati da 4,91 a 7,78 miliardi (+58,5%). Prendendo a riferimento il Gruppo Poste Italiane e i principali corrieri espresso per il periodo 2010-2020 si coglie maggiormente la profonda trasformazione che sta investendo il settore: nel 2010 i ricavi da consegna pacchi risultavano inferiori agli altri servizi per 1,36 miliardi (3,26 mld contro 4,62 mld), mentre nel 2020 erano invece superiori per oltre 5 miliardi (7,17 mld contro 2,01). Tra il 2016 e il 2020 l’utile netto del settore in rapporto ai ricavi è risultato mediamente pari al 4,2%, con valori corrispondentemente più elevati per il Gruppo Poste rispetto alle altre imprese considerate (5,5% contro l’1,7%).

Investimenti in linea con il 2019

Nello stesso periodo, in rapporto al patrimonio netto, il risultato di esercizio segna invece un valore più elevato per le imprese operanti nella consegna dei pacchi (12,1% contro l’8,9% del Gruppo Poste Italiane). Gli investimenti effettuati nel 2020 (819 milioni) risultano in linea con quelli del 2019 e si confermano marginali (poco più del 5%) rispetto agli introiti. Tuttavia, si evidenzia come gli investimenti effettuati dai principali corrieri tra il 2016 il 2020 siano passati dal 10,1% al 19% del totale.

Il numero di addetti

Gli addetti (circa 125.600 a fine 2020) risultano in flessione di circa 15.700 unità rispetto al 2016, riduzione dovuta principalmente ai processi riorganizzativi del Gruppo Poste Italiane. Gli organici diretti delle altre imprese aumentano nell’intero periodo di circa 3.400 unità, in virtù di fenomeni di riorganizzazione e fusioni e di un maggiore radicamento (con la creazione, ad esempio, di hub logistici) nel territorio nazionale.