In Italia più spesa in ricerca e sviluppo: i dati del CNR

È stata presentata al Consiglio Nazionale delle Ricerche la terza edizione della “Relazione sulla ricerca e l’innovazione”. Ad emergere è una generale crescita del settore Ricerca e Sviluppo.

La fotografia scattata dalla relazione

La terza edizione della ‘Relazione sulla ricerca e l’innovazione in Italia – Analisi e dati di politica della scienza e della tecnologia’ è stata realizzata da un gruppo di lavoro di diversi Istituti del Consiglio Nazionale delle Ricerche: di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali (Irpps), di Ricerca sulla Crescita Economica Sostenibile (Ircres), per gli Studi sui Sistemi Regionali Federali e sulle Autonomie (Issirfa). Nel rapporto viene evidenziata una positiva ripresa della spesa per R&S in rapporto al Pil pari all’1,4%. Sale anche il personale addetto, che arriva a 218mila unità. Si conferma l’importanza dell’Italia nel settore delle pubblicazioni scientifiche. Le pubblicazioni italiane sono infatti il 5% di quelle globali. Permangono alcune criticità, quali la bassa quota di popolazione nel dottorato di ricerca. Rimane bassa anche la quota di donne nelle materie Stem, mentre permane ancora il divario salariale di genere.

L’importanza della ricerca durante la pandemia

Il CNR ha rilevato che questa Relazione vede la luce dopo due anni di pandemia ed emergenza sanitaria. In questo periodo le istituzioni di ricerca del nostro paese sono state in prima fila nel trovare soluzioni adeguate al problema. Allo stesso tempo è stato lodevole l’impegno nel comunicare le attività e le ricerche disponibili. In questa edizione si avvia inoltre una riflessione sul ruolo attribuito alla R&S (Ricerca sviluppo) dalle misure straordinarie di sostegno alle economie degli Stati membri, promosse in Europa dai governi e dalla Commissione Europea in risposta alla crisi pandemica.