Socialità e gratificazione: parla un portalettere innamorato del proprio lavoro

Tra il 2020 e i primi sei mesi del 2021, in tutta l’Emilia-Romagna Poste Italiane ha stabilizzato 180 portalettere e assunto 117 persone per rafforzare gli organici in ufficio. Oltre a queste assunzioni, Poste continua la sua ricerca di portalettere da inserire nel proprio organico. Antonino Grillo, che da anni fa questo mestiere, ha raccontato al Corriere di Bologna la bellezza del lavoro di portalettere

“Grazie a Poste ho creato la mia famiglia”

Antonino Grillo è un portalettere a Calderara di Reno da ben quarant’anni. È nonno di due nipoti e, nel tempo libero, fa l’agricoltore. “Grazie alle Poste ho creato la mia famiglia e ho la mia casa: amo questo lavoro, lo faccio con passione e oggi penso che non avrei potuto fare altro” confessa al Corriere di Bologna. Originario della Calabria, Antonino ha 59 anni, vive fin da giovane nel comune alle porte di Bologna, dove porta avanti con grande orgoglio la sua occupazione. Parlando dell’attrattività del mestiere di portalettere, Antonino ci tiene a sottolineare che “prima di tutto è un lavoro che dà dignità, esattamente come tutti gli altri. Poi, sicuramente, garantisce una certa tranquillità, ad esempio anche per pagare un mutuo o per mettere su famiglia, di cui oggi in Italia c’è tanto bisogno”. Parlando anche dei colleghi, Antonino è convinto di esser riuscito a trasmettergli il proprio amore per questa professione: “Nel corso degli anni ho affiancato anche tanti giovani che si sono affacciati a questo mondo e credo che vedendomi lavorare con entusiasmo e serenità, sia riuscito a trasmettere qualcosa anche a loro. Io sono convinto che con impegno, ambizione e bravura, questo lavoro offra a tutti un’ottima possibilità per crescere, anche umanamente”.

La storia del portalettere

Antonino è arrivato in Poste negli anni 80, vincendo un concorso. Ha lavorato prima periodicamente per l’azienda e poi, dopo una parentesi in altro ambito, ha ricevuto la chiamata per l’assunzione. Non ci ha pensato due volte ed ha immediatamente scelto la strada da portalettere. “Ho subito capito che era il lavoro fatto per me: mi piace stare all’aria aperta e a contatto con la gente — continua parlando al Corriere di Bologna —. Ho sempre lavorato a Calderara e per un periodo ho anche seguito una zona di campagna del paese: è stata un’esperienza bellissima, ero molto conosciuto e amato da tutti. E quando bussavo alle porte, spesso c’era chi voleva offrirmi il caffè oppure mi raccontava qualcosa sulla propria vita privata. Un po’ come il postino del noto film”.

L’evoluzione di Poste

Antonino parla anche dell’evoluzione del mestiere di portalettere nel tempo: “Negli anni il lavoro è notevolmente cambiato, soprattutto perché un tempo tutto era manuale e la maggior parte del prodotto consisteva in lettere e raccomandate. Oggi invece si sono aggiunti i pacchi, non usiamo più le nostre auto, ma quelle aziendali, decisamente più riconoscibili, e si lavora molto più velocemente grazie alla tecnologia. L’uso dei palmari, ad esempio, ha reso tutto più rapido, così come la tracciabilità delle spedizioni tramite internet. In questo modo anche gli utenti sono più tranquilli. Le chiacchiere e il caffettino, anche se molto meno rispetto al passato, continuano comunque ad esserci. Un po’ è anche per il mio carattere: penso di essere una persona che sa come porsi con gli altri”. Assegnato da tempo alla linea mercato di Poste Italiane, dedicata a grandi aziende e uffici, anche in infrastrutture come l’aeroporto Marconi, Antonino conclude l’intervista dicendosi fiero della sua professione.