Lo scambio di lettere tra Einstein e Freud sulla guerra nel monologo di Massini

Perché la guerra? Perché esiste la guerra? Quali sono le ragioni, le responsabilità e le colpe che portano gli uomini a dichiararsi guerra, causando morte e distruzione? A chiederselo, nel consueto monologo di Piazza Pulita su La7 è l’attore Stefano Massini.

L’enigma di Einstein

Come già analizzato sul nostro sito da Carlo Di Cicco, Massini sottolinea come la domanda che tutti noi ci poniamo di fronte al fenomeno della guerra – non solo quella in Ucraina – qualcuno di molto importante se la pose 90 anni fa. Era il 1932, anno di “incredibili passi avanti per la scienza” ma anche di “grandissime ombre” per la storia europea con il nazismo in Germania, il fascismo in Italia e l’uccisione del Presidente della Repubblica francese da parte di un fascista russo. Fu allora che Albert Einstein, padre della relatività, prese la penna in mano per scrivere al dottor Sigmund Freud, padre della psicoanalisi. “Professor Freud – riporta Massini – sono preoccupato e impaurito, da uomo di scienza so che la mia branca sta facendo delle conquiste talmente importanti che se scoppiasse una guerra quella guerra userebbe la scienza e la tecnologia per diventare mostruosa, distruttiva”. E allora, Einstein arriva al cuore del problema: “Perché ciclicamente l’essere umano, pur rendendosi conto di quanto sia catastrofica la guerra, ricade nella guerra stessa? Per quale ragione esiste la guerra?”.

La risposta di Freud

La replica del professor Freud è un piccolo trattato sull’animo umano: “Un tempo sul pianeta Terra l’uomo non conosceva altro mezzo per dirimere le questioni, per affrontare i conflitti, se non la forza bruta, la violenza. Poi ci si rese conto che le cose potevano essere diverse”. Ma un tempo, ricorda Massini, il dio della guerra Ares era un Dio, un modello, mentre oggi inorridiamo davanti alla guerra. La vera domanda, secondo Freud, è quindi: “Perché la pace?”. Nell’essere umano, spiega il professore, convivono due pulsioni fondamentali: Eros, che tiene insieme, costruisce e garantisce il ciclo della vita; Thanatos che rappresenta la nostra parte distruttiva, quella che mira ad annientare. C’è un però: “La vita – continua Massini citando Freud – ha iniziato a ingranare un meccanismo di civilizzazione che ha portato arte, pensiero, bellezza” e che è stato conquistato reprimendo la parte distruttiva di Thanatos. Per questa ragione, conclude il monologo dell’attore, “abbiamo paura della guerra: abbiamo paura di quella parte di noi che abbiamo imparato a tenere a bada”.

Qui sopra, il monologo di Massini a Piazza Pulita