Sigmund Freud

La nascita della psicoanalisi è stata annunciata con una lettera. Così la pensano gli esperti. Così certifica la biografia di Sigmund Freud. È lui stesso a informarci del tempo preciso in cui prese coscienza che qualcosa di nuovo – attraverso l’interpretazione dei sogni – fosse accaduto nella conoscenza dell’uomo e delle forze oscure che ne limitano la ragione.

Il sogno da cui iniziò tutto

Per convenzione – dicono gli esperti – si usa datare la nascita della psicoanalisi con la prima interpretazione esaustiva di un sogno scritta da Freud: si trattò di un suo sogno personale nella notte tra il 23 e il 24 luglio 1895, il sogno della “iniezione di Irma”. Lo si apprende dalla lettura di alcune lettere di Freud scritte tra il 1895 e il 1897 a uno dei suoi più cari amici e studiosi. Al suo “carissimo” Wilhelm Fliess Freud scriveva spesso per verificare e discutere le teorie altalenanti sulle nevrosi e l’inconscio. Si firmava talvolta semplicemente “Sigm”. Anni difficili per Freud, per la morte del padre Jakob cui era legato. Incomprensioni e isolamento dai colleghi, difficoltà economiche. Verifiche severe e domande rivolte a se stesso sulla psicoanalisi raccontate anche nel celebre libro L’interpretazione dei sogni terminato nel 1899 e pubblicato agli inizi del 1900.

L’autoanalisi

Alle Lettere moltissimo dobbiamo per la conoscenza del Freud intimo, privato, perfino in autoanalisi, che rimuginava pensieri ed esperienze mediche rivoluzionarie alle quali doveva la notorietà crescente agli inizi del XX secolo. “Adesso – si legge in una lettera dell’1 febbraio 1900 a Fliess – mi stimate troppo, perché io non sono né uno scienziato, né un osservatore, né uno sperimentatore, né un pensatore. Non sono altro che un conquistador per temperamento – un avventuriero se volete tradurre il termine – con la curiosità, la baldanza e la tenacia proprie di quel genere d’individui”.

I tormenti della professione

Soltanto qualche anno prima Freud confidava a Fliess di voler cambiare professione, tale era l’isolamento che respirava a causa delle sue teorie rivoluzionarie sulla sessualità, “Carissimo Wilhelm – scrive il 20 ottobre 1895 – dopo tre giorni di emicrania tutto va molto a rilento. A parte questa nota di rammarico, la mia lettera è dedicata alla scienza. Il tuo parere sulla soluzione dell’isteria-nevrosi ossessiva mi ha naturalmente fatto un enorme piacere. Adesso ascolta ancora questo. In una laboriosa notte della scorsa settimana, mentre ero oppresso da quel grado di sofferenza che costituisce l’optimum per la mia attività cerebrale, tutto a un tratto le barriere sono crollate, i veli si sono sollevati e io sono riuscito a penetrare con lo sguardo dal più piccolo particolare delle nevrosi sino alle condizioni di coscienza. Ogni cosa al suo giusto posto, gli ingranaggi ben congegnati, si aveva l’impressione che la cosa si fosse ora veramente trasformata in una macchina che da un momento all’altro si sarebbe messa a camminare da sola. I tre sistemi di neuroni, lo stato libero e legato della quantità (omega…) il processo primario e quello secondario, la tendenza principale e la tendenza al compromesso del sistema nervoso, le due regole biologiche dell’attenzione e della difesa, i segni della qualità, della realtà e del pensiero, le condizioni del gruppo psicosessuale… la determinazione sessuale della rimozione e infine i fattori che provocano la coscienza in quanto funzione percettiva: tutto concordava e concorda ancora oggi! Naturalmente non sto più in me dalla contentezza”.

Una scienza rivoluzionaria

Seguirà la lettera dell’1 gennaio 1896 scritta da Freud a Fliess che occupa una posizione chiave nello sviluppo della teoria psicoanalitica. Queste e altre lettere, dopo varie peripezie, finirono nelle mani della principessa Marie Bonaparte, famosa psicoanalista e allieva dello stesso Freud. Essa rifiutò di distruggerle, come avrebbe voluto il suo maestro, e le conservò con cura, consapevole del loro valore storico e scientifico. Le lettere svelano la gran fatica patita da Freud per porre le basi di una scienza rivoluzionaria per la comprensione dell’uomo quale è stata la psicoanalisi.