Enogastronomia: il 92% dei prodotti tipici nasce nei piccoli borghi

Il 92% delle produzioni tipiche nazionali nasce nei piccoli borghi italiani con meno di cinquemila abitanti, un patrimonio dell’enogastronomia sostenibile e a km zero conservato nel tempo dalle imprese agricole con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture agricole storiche, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni alimentari. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti diffusa alla vigilia della Giornata internazionale per la gastronomia sostenibile 2022 proclamata dall’Onu, che si celebra il 18 giugno, in occasione della XXXIV Assemblea Nazionale di Terranostra, l’associazione agrituristica della Coldiretti, con le previsioni sulle ferie green nell’estate 2022 e l’esposizione in anteprima dei “Sigilli di Campagna Amica 2022” dell’estate, i cibi salvati dall’estinzione.

Il patrimonio naturale dei borghi

La diffusione capillare dei piccoli comuni incrementa la capacità di offrire un patrimonio naturale, paesaggistico, culturale e artistico senza eguali. In Italia i centri sotto i 5mila abitanti ospitano il 16,5% della popolazione nazionale ma rappresentano il 54% dell’intera superficie italiana, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat, con ampi margini di accoglienza residenziale in un paesaggio fortemente segnato dalle produzioni agricole, dalle dolci colline pettinate dai vigneti agli ulivi secolari, dai casali in pianura alle malghe di montagna, dai verdi pascoli ai terrazzamenti fioriti, che contrastano il degrado ed il dissesto idrogeologico. Ma l’interesse dei turisti per i piccoli centri è importante anche per la ricerca del buon cibo che aiuta a salvare una parte consistente del patrimonio agroalimentare Made in Italy. Il simbolo di questo impegno sono i Sigilli di Campagna Amica 2022, 418 prodotti tipici e razze animali da scoprire durante l’estate grazie alla più grande opera di valorizzazione della biodiversità contadina mai realizzata in Italia dagli agricoltori durante la pandemia.

Un mare di specialità

I “Sigilli”, censiti dall’Osservatorio sulla biodiversità istituito dal comitato scientifico di Campagna Amica, sono prodotti rari che posseggono caratteristiche assolutamente preziose che il mondo contadino ha sapientemente custodito contro l’omologazione e la banalizzazione. Si va dal Barattiere pugliese, una sorta di cetriolo da consumare acerbo nelle insalate o da far maturare per diventare simile al melone, al mais Spin del Trentino con i chicchi a forma di uncino, dalla Cicerchia dei Sibillini, un tipico legume marchigiano della tradizione alimentare contadina, al Pistacchio di Bronte siciliano; dal succo di rosa ligure prodotto a partire dai petali freschi e non trattati al fagiolo giallo della Stoppia consumato dagli agricoltori nel Lazio, dal Riso vialone nano di grumolo delle Abadesse, anticamente coltivato in Veneto dalle monache benedettine al Farro di Monteleone di Spoleto protagonista in Umbria anche di un rituale religioso e laico, fino ad arrivare alla cipolla rossa di Breme, che in Lombardia si usa per abbinamenti particolari come dolci e gelati, e alla Nduja di suino nero della Calabria