Welfare aziendale: un “motore” per la genitorialità e un vantaggio per le imprese

Un efficace sistema di politiche di conciliazione vita/lavoro ha un impatto positivo sia sul benessere dei lavoratori, sia sulla produttività delle imprese. È il risultato dell’indagine “Investire nella genitorialità”, affidata nel 2018 da Fondazione ULAOP-CRT all’Università degli Studi di Torino, e proseguita, durante la pandemia, con l’analisi su “Un welfare aziendale a supporto della genitorialità”, in collaborazione con la Regione Piemonte e l’Associazione Social Value Italia. Il percorso ha monitorato e valutato l’impatto sociale delle azioni di welfare a sostegno della genitorialità messe in atto da 142 imprese sociali e aziende e 2 ATI (Associazione temporanea di imprese) attraverso il cofinanziamento del bando regionale “Progettazione e attivazione di interventi di welfare aziendale”.

Le esigenze

Vicinanza dei minori al posto di lavoro (azione chiave per una buona conciliazione vita famigliare-professionale), percorsi di sostegno per le donne al rientro dopo una fase di post partum, supporto ai genitori di adolescenti, spesso in difficoltà a causa della fase di grande cambiamento per i propri figli, sono alcune delle esigenze più “urgenti” rilevate tra i soggetti intervistati. Se nella fase pre-pandemica il welfare aziendale veniva considerato come un approccio innovativo, con l’emergenza è diventato uno strumento indispensabile per i lavoratori e i loro figli: il 94% delle misure attivate continueranno ad essere utilizzate in futuro, come emerso dalla ricerca, e il 43,3% delle aziende ha introdotto la figura del welfare manager (nel 72% dei casi rappresentato da un soggetto interno all’organizzazione).

La spinta del PNRR

Recentemente il welfare aziendale è tornato ad essere argomento di grande attualità per due ragioni, che rendono l’impegno sul fronte della genitorialità “vantaggioso” anche per le imprese (il 77,5% degli enti che hanno svolto attività di ascolto nel tempo riconoscono questa attività come capace di incrementare l’efficacia delle proprie azioni): il Family Act – divenuto legge il 6 aprile scorso e che introduce nuove opportunità per le imprese che investono nel welfare – ha posto l’accento sull’importanza delle misure messe in atto a sostegno delle lavoratrici e dei lavoratori che hanno figli, perché consentirebbero di rispondere ai bisogni delle famiglie evitando l’allontanamento dal posto di lavoro, inoltre il PNRR ha previsto di assegnare punteggi aggiuntivi nella selezione dei bandi a imprese e operatori economici impegnati in materia di conciliazione vita-lavoro e inclusione. Sarà quindi importante osservare e valutare gli effetti degli incentivi proposti sullo sviluppo delle azioni messe in atto dalle imprese, anche in collaborazione tra le realtà territoriali, considerando che il 60% degli enti ha dichiarato che i servizi di welfare offerti ai dipendenti prevedono il coinvolgimento di aziende locali.