Il Politecnico di Torino inaugura l’anno nel segno della solidarietà

Un’inaugurazione quella che ha avuto luogo ieri mattina al Politecnico di Torino per l’inizio ufficiale dell’anno accademico. A fare gli “onori di casa” il magnifico rettore Guido Saracco che, come primo gesto, ha voluto portare il proprio saluto agli studenti iraniani, in un momento drammatico per la popolazione di Teheran.

Una rinascita culturale di Torino

“Torino – ha proseguito il rettore – attende da tempo una chiave per uscire dalla cantilena ricorrente del ‘declino inevitabile’, e io credo che questa chiave sia la rigenerazione urbana e territoriale che le università possono generare se sapremo costruire quelle comunità di conoscenza e innovazione alle quali già stiamo lavorando su molteplici direttive, dall’economia circolare, alla mobilità, all’aerospazio, al digitale. Se ci rifacciamo a un modello di un passato che non può tornare siamo di fronte a un declino fisiologico, ma se guardiamo al futuro abbiamo tutto quello che serve, voglia di riscatto e ambizione inclusa”. Presente in videoconferenza il ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini: “Concordo con studenti e dottorandi che lo studio deve essere un diritto e non un privilegio. Per questo abbiamo messo 500 milioni per le borse di studio del 2024 e 2025. Anche la residenzialità è un aspetto fondamentale: ci sono famiglie che non si possono permettere certi costi, abbiamo stanziato 300 milioni per le residenze universitarie, oltre ai fondi Pnrr. Ma possiamo e dobbiamo fare di più”.

Pnrr e università

Particolarmente apprezzata, infine, è stata la lectio magistralis del professore emerito nel Dipartimento di Scienze sociali e politiche dell’Università degli Studi di Milano, Marino Regini. Tra i focus, anche il rapporto tra Piano nazionale di ripresa e resilienza e mondo accademico italiano: “Il Pnrr rappresenta una svolta radicale nel modo in cui in Italia si è tradizionalmente guardato all’università: il Piano la definisce come motore di un nuovo modello di sviluppo economico. Sarà però possibile raggiungere questo risultato solo se si supererà una concentrazione esclusiva degli interventi sul lato dell’offerta di formazione e ricerca; sarà invece necessario sostenere la riqualificazione della domanda delle stesse, con l’avvio di un’adeguata politica industriale. In questo processo, dovranno fare la propria parte sia gli Atenei, che il Ministero, con la sua capacità di indirizzo”.