Nel corso della Bussola del Risparmio, l’approfondimento economico del TG Poste, Antonello Di Mascio, responsabile del progetto di integrazione Net Insurance di Poste Vita, ha analizzato gli attuali scenari economici europei e internazionali, soffermandosi sull’inflazione ancora forte in Europa, sulla recessione tedesca e sulle mosse future delle Banche Centrali.
L’impatto dell’inflazione sui mercati
I mercati sono ancora oggi instabili. Secondo Di Mascio questo accade “sia perché avevano timore del mancato raggiungimento di un accordo sul debito negli Stati Uniti, sia perché i dati macroeconomici, specialmente in Europa, danno qualche segnale di rallentamento”. “I dati della settimana scorsa – aggiunge – hanno confermato che la Germania è tecnicamente in recessione perché ha avuto due trimestri negativi in discesa. C’è stato un calo del PIL gennaio-marzo di circa il 0,3%, dovuto: a) alla forte riduzione dell’export verso la Cina; b) ad una riduzione del 3,4% della produzione industriale: c) soprattutto ad una discesa dei consumi (-1,2%), conseguente anche al rialzo dell’inflazione, che ha determinato un impoverimento e una riduzione del potere di acquisto delle famiglie tedesche”. Dal momento che “la Germania è un po’ la locomotiva d’Europa, tutto questo avrà un impatto anche sulla nostra economia, considerando che noi esportiamo soprattutto componentistica come metalli, gomma e plastica”. L’inflazione quindi “resta alta, i tassi di interesse non accennano a diminuire e c’è un’aspettativa ed una speranza di cambio della politica delle banche centrali, e questo rende tutti nervosi”.
Le mosse delle Banche Centrali
Guardando oltreoceano “la banca centrale americana è sicuramente più avanti nella politica dei tassi e a luglio potrebbe non fare nulla, se non un ultimo leggerissimo rialzo di 0,25. L’inflazione negli Stati Uniti è intorno al 4,5% e c’è un mercato del lavoro ancora forte. Potrebbe però iniziare, nel corso della seconda parte dell’anno, una politica molto più di stabilità, con possibili graduali prime riduzioni”. Nell’area euro invece, spiega ancora Di Mascio, “l’inflazione è superiore ancora al 7% quindi la politica monetaria della banca centrale europea potrebbe essere ancora restrittiva per qualche mese in più, rispetto a quella americana. Il Btp decennale resta sopra il 4% e questo determina uno spiazzamento sulle scelte della clientela”. Se da un lato “il rialzo dell’inflazione ha un impatto ovviamente positivo sul PIL, che è valutato in termini nominali”, dall’altro “ha un impatto negativo sui mercati”. L’inflazione infatti “riduce il potere d’acquisto delle famiglie”, e determina un rialzo dei tassi di interesse. Il rialzo dei tassi viene recepito in tutti i metodi di valutazione delle aziende con un impatto negativo, aumenta il costo del capitale delle imprese e il costo del debito”. I tassi d’interesse in rialzo poi “riducono il valore attuale dei flussi futuri”. Tutti elementi fortemente negativi per i mercati.
Diversificare il portafoglio
Facendo ovviamente distinzioni basate sul profilo di rischio della clientela, in queste condizioni di mercato bisogna “diversificare il portafoglio per asset class, per economia e anche per duration dei titoli: in questo momento per esempio è meglio avere titoli a breve termine o titoli indicizzati perché la parte a lungo è ancora molto volatile. È ovvio che quando poi i tassi di interesse cominceranno a scendere fra alcuni mesi, la parte lunga della curva potrebbe beneficiare”. L’incertezza sull’effettivo impatto dell’inflazione sulle economie internazionali “determina anche un timore di un rallentamento” che può diventare “una recessione complessiva”. “Al di là del rallentamento o della recessione – aggiunge – in questi momenti la cosa migliore è sicuramente comprare tempo, essere prudenti e quindi attuare delle politiche di ingresso graduali sia sulle polizze sia sui fondi e per entrare sui mercati”. Secondo Di Mascio, “non bisogna fare un investimento immediato, poiché c’è ancora molta incertezza, ma si deve iniziare a creare delle posizioni sui mercati azionari attraverso dei piani di accumulo”.
Qui sopra, il servizio del TG Poste.