La portalettere Elisa aspetta con pazienza che il cancello si apra. Ignazio la ha avvertita “C’è un po’ di strada per arrivare all’entrata”. Siamo a Villa Testasecca, splendida dimora storica della seconda metà del XIX secolo, immersa in un giardino di circa 4mila metri quadri. Elisa è emozionata, avrà finalmente il privilegio di visitare quella Villa che per tanti nisseni è un gioiello senza tempo e che lui, da sempre, ammira solo dalla strada durante il proprio lavoro.
Gioiello dell’800
Pavimenti decorati a mano e arredi ristrutturati ad arte, grazie a maestranze d’eccezione che, per il recupero della Villa, rimasero per anni vicino alla famiglia Benza. Arredi che raccontano il fasto della Sicilia di fine 800. Una statua lignea del XVI secolo di cui il padre di Ignazio, Pasquale, si innamorò a prima vista e un quadro di Domenico Provenzani del XVII secolo citato in un libro che tratta delle opere. Un grande lampadario d’epoca che necessita di un argano per essere sollevato e abbassato e una statua di marmo bianco posata nel 1939 e raffigurante la Madonna, che la leggenda dice abbia salvato la villa dal bombardamento.
Risparmiata dai bombardamenti
Si narra, infatti, che la Villa fu risparmiata dai bombardamenti perché il comandante della pattuglia di bombardieri della RAF arrivati sopra di essa, sede provvisoria del comando tedesco per la zona, abbagliato dallo splendore dell’edificio decise di sganciare le bombe oltre il confine (fatto documentato da ritrovamenti nei luoghi ove sorge oggi l’ospedale S. Elia). Altre voci, invece, imputano proprio alla presenza della statua della Madonna il dirottamento dei bombardamenti che nel luglio ’43 furono particolarmente intensi.
Le Vie dei Tesori
Dopo la pandemia e un nuovo restauro, la dimora sarà accessibile nuovamente ai visitatori, grazie a Le Vie dei Tesori, la manifestazione che nei prossimi weekend e fino al 5 novembre aprirà in 17 località siciliane le porte di 261 siti d’interesse – tra cui 19 in provincia di Caltanissetta – per visite guidate e passeggiate. Il festival, arrivato ormai alla sua XVII edizione, racconta e mette in rete il patrimonio artistico, architettonico e naturale dell’Isola. Il supporto di Poste Italiane al progetto, in collaborazione con tutti i comuni interessati, rientra nel più ampio piano di interventi a sostegno di iniziative territoriali di valore culturale, sociale e ambientale.
Il signore dello zolfo
Con la sua facciata in rosso pompeiano, la Villa è conosciuta anche come casina di campagna del cosiddetto “signore dello zolfo”. È appartenuta infatti al conte Ignazio Testasecca, che gestì con competenza uno dei più remunerativi beni ereditati dalla famiglia materna: la grande solfatara in contrada Juncio, inserendosi perfettamente nell’andamento dell’economia siciliana e nissena dell’epoca. Si narra anche che, quando arrivò l’energia elettrica a Caltanissetta nei primi anni ’20, il conte sia stato il primo a convertire tutti gli impianti della casa e un 29 settembre, giorno del santo patrono, accese tutte le luci dell’edificio e aprì tutte le finestre, creando uno spettacolo di luci di grande impatto, nel pieno del buio della campagna.
I ricordi di Ignazio
Nel 1972 l’edificio e parte del terreno circostante vennero acquistati dal medico Pasquale Benza: “Papà era un sognatore – racconta oggi il figlio Ignazio Benza – e acquistare la villa dagli allora amministratori del conte Testasecca sembrava una pazzia”. La dimora infatti versava in condizioni difficili: nel 1943 fu requisita dall’esercito tedesco, che durante la sua permanenza l’aveva resa un quartier generale, ridipingendo addirittura le pareti. “Papà e mamma – continua Ignazio – hanno curato con amore e precisione ogni dettaglio del restauro, del recupero dei pochi arredi rimasti e della ricostruzione degli ambienti, compresi i pavimenti, ritrovati completamente distrutti”. La Villa diventò così la dimora della famiglia Benza: “È stata la casa in cui ho vissuto fino a quando non mi sono trasferito a Palermo per frequentare l’università – racconta Ignazio – e a questa villa devo dei meravigliosi ricordi d’infanzia, soprattutto lo stretto legame con le maestranze che negli anni hanno lavorato qui per il restauro e da cui ho imparato tantissimo”. Nei ricordi di Ignazio, c’è anche quello legato a un portalettere scrupoloso che, conoscendo bene la vastità della Villa e i grandi spazi da percorrere, attese con pazienza diversi minuti prima che qualcuno potesse aprire il portone.
Dimore Storiche
Oggi la Villa è inserita nel circuito dell’Associazione Dimore Storiche Italiane e la sua partecipazione alle Vie dei Tesori 2023 è un grande rientro, dopo qualche anno di pausa. “Sono doppiamente orgogliosa da cittadina e da dipendente: uno dei tesori della mia città in un network di valorizzazione del patrimonio locale e la mia azienda a supporto di questo progetto virtuoso. Una splendida occasione per scoprire la bellezza di luoghi familiari da un nuovo punto di vista”, commenta soddisfatta la postina Elisa Virone.