La band dei portalettere musicisti: “Sul lavoro e sul palco mai fuori tempo”

Di giorno consegnano la posta, pacchi e corrispondenze nel veneziano, la sera invece “consegnano” la loro musica in giro per locali e non solo. Si chiamano 28Aut e sono una band composta da quattro portalettere: Massimiliano Piron (chitarra), Giuseppe Vasta (pianoforte), Valter Saivezzo (batteria), Maurizio Saivezzo (basso). Che indossino le uniformi da postini o gli abiti più casual dei musicisti, la loro professionalità non è in discussione. Ne riferiscono La Nuova Venezia e Prima Venezia.

L’attività da portalettere

“Tre di loro – sottolinea La Nuova Venezia – lavorano alle Poste, Valter invece con le Poste ha solo un legame di tipo famigliare”. Durante il giorno, si spostano rapidamente tra le località di Spinea, Martellago e Mirano per consegnare pacchi, lettere e raccomandate, mentre la sera si riuniscono nella sala prove per perfezionare le composizioni dei loro brani musicali: “Un esempio di questo eclettismo – si legge su Prima Venezia – è rappresentato da Giuseppe Vasta, leader della band e voce del gruppo. La comunità lo riconosce principalmente per il suo lavoro come postino nella zona di Mirano. Ma, non appena si libera dalla sua divisa da lavoro, viene immediatamente catturato dall’incanto delle sette note musicali. Questa passione si traduce in una straordinaria ispirazione compositiva, un abile utilizzo delle tastiere e performance vocali”.

Una band nata… in Poste Italiane

In un certo senso si può dire che la band sia nata proprio dentro Poste Italiane: “Abbiamo tutti poco più di quarant’anni – sottolinea Giuseppe – e ci conosciamo da tanto tempo perché lavoriamo nello stesso Centro di Distribuzione, quello di Salzano. Ognuno di noi ha sempre saputo della comune passione musicale degli altri e, ogni tanto, a fine giornata, ci si trovava a parlare di musica. Negli ultimi tempi questi nostri incontri erano diventati quasi un rituale, così ci siamo detti: perché invece di parlare non proviamo a suonare?”.

Il Tour Music Fest

La scintilla è scoccata quando è arrivata l’occasione di partecipare alle selezioni per il Tour Music Fest, un contest importante, che può contare sulla supervisione di coach del calibro di Beppe Vessicchio. Una rassegna che in 16 anni ha lanciato la carriera di gente come Ermal Meta, Mahmood e tanti alti passati da Sanremo. Per tradurre i sogni in realtà c’era però bisogno di stimoli concreti: “Così – prosegue Giuseppe – ho proposto ai colleghi un brano originale, intitolato ‘BrAmami’, da presentare al concerto di selezione. L’idea è piaciuta e in funzione di questo obiettivo abbiamo formato i 28 Aut”.

Le storie dei postini musicisti

Ognuno dei componenti ha una sua storia, personale e artistica, diversa che ha trovato nel gruppo la sua piena sintesi. Giuseppe Vasta, il frontman, per esempio, ha iniziato a suonare il pianoforte quando aveva 8 anni: “Mia madre – ricorda – era una grande ascoltatrice di programmi radiofonici e amava cantare in casa le canzoni del momento. Un giorno, quasi per gioco, ho provato ad accompagnarla al pianoforte. Col tempo, quel gioco da bambino si è trasformato in un’esperienza di piano-bar che, negli anni giovanili, mi ha consentito di apprendere i segreti compositivi di tantissimi brani celebri. È stata una palestra musicale preziosissima”. Il chitarrista Max Piron, che consegna la posta a Spinea, ha invece iniziato a suonare a 12 anni durante un campo scout. “Da allora non ho più smesso”, sottolinea. “A 16 anni, quando i miei coetanei volevano il motorino, io ho preferito comprare la prima chitarra elettrica. Ora ne possiedo sei che alterno tra il palco e lo studio. Da anni suono con vari gruppi locali dedicandomi ad un repertorio che spazia dal R&B a Ray Charles, fino ai pezzi classici dei Blues Brothers, soprattutto in concerti di beneficenza per sostenere associazioni che operano nel settore sociale”. Maurizio Saivezzo, invece, dopo aver terminato il giro di consegne a Martellago, si concentra sui giri di basso. “La musica ce l’avevo in casa sin da ragazzino – racconta – Mio padre, di origini muranesi, era maestro d’ascia e costruiva barche. Ma quando è andato in pensione si è appassionato alla liuteria, così la casa si è riempita di strumenti musicali. Complice mio fratello, ho iniziato lo studio della chitarra che ho suonato in vari gruppi e per molti anni, spaziando dal rock, al jazz, senza disdegnare l’esperienza del liscio nelle balere, anche se il primo amore è stato il reggae. Negli ultimi tempi mi sono innamorato del basso perché è uno strumento essenziale, senza fronzoli, quasi minimalista, pur avendo un ruolo fondamentale nell’economia generale di un arrangiamento”. A loro tre serviva ovviamente un supporto ritmico e allora ecco Valter Saivezzo, fratello di Maurizio, che con Poste ha solo un legame indiretto, di tipo familiare, ma che può vantare un percorso musicale come batterista davvero invidiabile, costellato da grandi incontri professionali. Alcuni nomi su tutti: Maurizio Fabrizio, Vince Tempera, Davide Tagliapietra (chitarrista di Gianna Nannini e figlio di Aldo Tagliapietra delle Orme), Solis String Quartet, Egle Bandini (batterista anche di Guccini), Piero Monterisi (batterista anche di Max Gazzé): “E nel 2001 – aggiunge – ho partecipato anche alla 14esima edizione del Sanremo Rock Festival, col gruppo Mea Libera Tutti. Oggi suono jazz con un’orchestra di 17 elementi e mi divido tra due cover band: una dedicata al repertorio di Peter Gabriel e l’altra a quello dei Police. Tutte esperienze che farò confluire nella nuova avventura artistica”.

Musica e recapito: lontani ma vicini

Ma cosa lega la musica al recapito postale, due mondi apparentemente così lontani? Intanto, per non sbagliare, il nome della band: “28Aut – spiega Giuseppe – identifica un documento in cui i portalettere elencano tutti i plichi da recapitare nel corso della giornata. È uno strumento di lavoro che, nel nostro caso, ha assunto anche un valore simbolico, tanto da diventare il nome del gruppo”. Ma non c’è solo questo: “In entrambi i contesti – conclude il frontman – abbiamo il privilegio e la responsabilità di trasmettere alle persone dei messaggi importanti. Come portalettere, ‘recapitiamo’ le emozioni legate ad un messaggio scritto o alla consegna di un oggetto di valore. Come musicisti, trasmettiamo le suggestioni di una bella melodia. Ma in entrambi i casi non possiamo permetterci di andare fuori tempo!”.