Il sociologo Morace: “Il welfare di Poste è un incentivo per le nuove generazioni”

Il professor Francesco Morace, presidente del Future Concept Lab e autore del volume “Modernità gassosa”, si occupa delle nuove dinamiche che si stanno affermando nel mondo del lavoro. Dopo il Covid – spiega a Postenews – è cambiato tutto: c’è stato il fenomeno delle “grandi dimissioni”, si è affermato il modello dello smart working, in tutto il mondo occidentale le persone hanno ridefinito il proprio work-life balance: “Si è trattato di un grande strappo, guidato dal mondo femminile, legato in maniera biologica alla cultura del welfare. Oggi, non è più centrale come un tempo il percorso di carriera. Attenzione: non perché questo non sia importante, ma è cresciuta nelle nuove generazioni la consapevolezza di quanto siano importanti le relazioni di coppia, con i figli, la famiglia e gli amici”.

Il welfare di Poste

Il tema del welfare è sempre più sentito: nelle generazioni più giovani trovare il giusto equilibrio tra lavoro e vita privata si lega al benessere psicofisico, alla voglia di viaggiare e di stare con la famiglia. Via via che si cresce, le esigenze cambiano e il welfare si trasforma in una forma di cura e assistenza della persona” prosegue Morace. C’è poi il tema della vulnerabilità, che vede Poste in prima linea: “Notiamo che le grandi aziende private si stanno aprendo molto su questi temi e che i dipendenti capiscono quanto sia vantaggioso partecipare a questi programmi. Integrare il welfare dello Stato con l’intervento privato è qualcosa che viene apprezzato anche dai clienti ed è di grande aiuto alle istituzioni. Una realtà come Poste, per numero di dipendenti, storia e capillarità, ha senz’altro un ruolo importantissimo e di responsabilità in quest’ambito”.