Roma, 1 mar – La ragione che spinge Standard Ethics a sintetizzare la nozione di Sostenibilità in tre leggi nasce dalla convinzione che le attività economiche si trovano, per la prima volta, di fronte a cittadini sempre più consapevoli dei pericoli che corre la natura e l’umanità. Si sta materializzando la possibilità di poter indirizzare lo sviluppo verso percorsi sostenibili. Eppure, un grande rischio incombe su questa opportunità, ed è legato alla confusione su come debba essere intesa questa sfida.

Oggi, si assiste a una situazione in cui la sostenibilità viene da alcuni confusa con la Responsabilità Sociale d’Impresa (Csr, Corporate Social Responsibility) o con la Finanza Responsabile (Sri, Socially Responsible Investment). Due approcci, uno per le imprese e l’altro per gli investitori, pensati per lasciare ampia libertà nella selezione degli obbiettivi da porsi e le scelte etiche da adottare. I risultati che ne derivano possono essere percorsi interessanti e responsabili, i quali però rispondono all’idea di futuro di chi li crea e li sottoscrive. Percorsi diversi gli uni dagli altri perché figli degli enti economici che li definiscono.

La Sostenibilità – sottolinea Standard Ethics – è invece un tema comune e planetario. Riguarda quei fenomeni climatici, sociali ed economici che vanno oltre i confini delle nazioni, le idee di una impresa, le attese individuali. È ormai chiaro a gran parte della nostra comunità che le soluzioni devono derivare da strategie globali. Non spetta ad una banca, ad un fondo d’investimento, ad un’azienda o a gruppi di aziende – per quanto importanti siano – decidere cosa debba essere considerato Sostenibile per il pianeta e le future generazioni. Eppure, questo basilare punto fermo non sembra sia stato riconosciuto da tutti.

Parlare di Sostenibilità significa parlare di strategie come la COP21 di Parigi per la riduzione degli effetti climatici, come il Global Compact for Migration dell’Onu, come le Linee guida Ocse per le multinazionali o le strategie sostenibili della Ue o del Consiglio d’Europa. Sono percorsi elaborati da istituzioni internazionali democratiche, volute dalle nazioni, aperte a processi decisionali tracciabili, pronte a gestire conflitti e disaccordi sulle soluzioni e i tempi. Istituzioni che fanno della partecipazione degli esperti un punto ineliminabile. In estrema sintesi, sono processi in cui prevale la scienza e la condivisione rispetto ai singoli orientamenti.

Se si parla di Sostenibilità, occorre avere chiaro che si tratta – sia per le banche e sia per le imprese – di allinearsi volontariamente ad uno sforzo collettivo e planetario. Di allinearsi a strategie e obbiettivi ben definiti. Solo misurando l’adesione a questa sfida con metodologie comparabili, trasparenti e terze, si potrà misurare il grado di sostenibilità di un ente economico e lo sforzo che sta facendo per le future generazioni.