Roma, 11 mar – Theresa May non cede alle pressioni degli euroscettici nel suo partito, che volevano un rinvio del voto parlamentare di domani sulla Brexit, e conferma che il “meaningful vote” si terrà, anche perchè sconvocarlo avrebbe messo a rischio la sua poltrona di capo del governo britannico, facendo infuriare il resto dell’arco politico. Il tutto mentre il ministro degli Esteri irlandese Simon Coveney ha annunciato, tra la sorpresa generale, che May sarà stasera a Strasburgo per un ultimo disperato tentativo negoziale con il capo della commissione Ue Jean Claude Juncker. Downing Street non ha confermato, dicendo che May “non ha programmi di viaggio confermati per ora” e lasciando capire che forse il governo di Dublino ha messo il carro davanti ai buoi.

Coveney ha detto che i negoziati sono in corso e che spera che ci sia chiarezza, soprattutto in vista del voto di domani a Westminster, che dovrà dire l’ultima parola sull’accordo negoziato tra May e i leader Ue a dicembre e già bocciato sonoramente in aula a gennaio. La speranza fino all’ultimo minuto è quella di aggirare lo scoglio del backstop, la clausola di sicurezza che lascerebbe aperto il confine tra le due Irlande anche in assenza di un nuovo trattato commerciale, sul quale l’accordo si è infranto a gennaio. “Secondo quanto capisco la prima ministra britannica si reca a Strasburgo stasera, per tentare di chiudere un accordo, se possibile, in modo da presentarlo al voto a Westminster domani” ha detto Coveney.

Il portavoce della premier ha detto che May mantiene l’impegno di far votare il parlamento sul suo accordo sulla Brexit, un voto che sarà seguito da due altre votazioni: sull’esclusione del no deal e e sul rinvio dell’effettiva entrata in vigore della Brexit.

May ha parlato al telefono con Juncker stamani, mentre è attesa la pubblicazione da parte di Downing Street dei documenti che elencano le concessioni europee ottenute finora dal governo, le quali però non dovrebbero soddisfare el richieste degli euroscettici, che pretendono un impegno legalmente vincolante che il backstop non sarà a tempo indeterminato.

Stamani, mentre si moltiplicavano i segnali che l’accordo sulla Brexit era destinato a una seconda sonora bocciatura, gli euroscettici conservatori hanno fatto pressione per sostituire il “meaningful vote” di domani con un voto su una mozione che dimostri a Bruxelles che il parlamento britannico è pronto ad approvare un’intesa di divorzio che contenga un backstop con una scadenza predefinita. Ma è arrivato subito l’altolà di Nick Boles, importante esponente Tory: “sono certo che la prima ministra onorerà i suoi tre impegni. Se non lo fa tradisce la fiducia della Camera dei Comuni”. May potrebbe comunque dover fare i conti con un golpe degli euroscettici del suo partito se il voto di domani fallisce, se il parlamento la costringerà a togliere dal tavolo una Brexit no deal e a chiudere un’estensione del periodo di transizione previsto dall’articolo 50.