spedire in gran bretagna

Con la più alta quota di acquirenti online (rapporto Netcomm 2021), il Regno Unito continua ad essere il paese con il mercato e-commerce maggiore tra quelli europei anche dopo la Brexit, che segna l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea. Come effetto delle restrizioni alla libera circolazione delle persone, dei beni e dei servizi imposte da questa decisione, sono cambiate anche le regole per spedire pacchi e corrispondenza tra Italia e Regno Unito. A partire dal 2021 le spedizioni devono seguire la procedura per le spedizioni extra UE, che prevede dazi e controlli alla frontiera in particolare sul commercio online, disciplinato a sua volta dalle regole definite dall’Organizzazione Mondiale del Commercio. Anche Poste Italiane come tutti gli operatori postali si è adeguata alla nuova normativa europea con l’offerta Poste Delivery dedicata anche ai servizi per spedizioni e-commerce.

Cosa cambia per chi acquista online

In concreto quali sono gli effetti sul mondo dell’e-commerce? Chiunque compri online su un sito inglese, deve considerare il proprio acquisto al pari di uno effettuato ad esempio su un sito di e-commerce americano o cinese. Si applicheranno dazi e controlli e quindi si suppone che anche i tempi di consegna possano cambiare. Per quanto riguarda i costi, l’acquirente italiano che compra un prodotto da un sito inglese, una volta che le spedizioni saranno arrivate in Italia, dovrà pagare le spese di sdoganamento, IVA e/o dazio in funzione del valore della spedizione, al corriere che effettua la consegna. Se il valore dichiarato della merce è al di sotto di 150 Euro, il destinatario dovrà pagare l’IVA. Al di sopra dei 150 Euro il destinatario italiano dovrà pagare l’IVA più il dazio che è variabile in funzione della categoria merceologica della spedizione. Questo avviene anche per privati che spediscono dal Regno Unito in Italia al di sopra di 45 euro, mentre al di sotto non vi sono costi aggiuntivi per il destinatario italiano.

Le aziende italiane di e-commerce che vendono in Inghilterra

Diverso è il discorso per le aziende di e-commerce italiane che vendono in Inghilterra. In questo caso per spedire prodotti in UK che hanno un valore al sotto di 135 sterline (circa 150€)  le aziende dovranno effettuare il pagamento degli oneri doganali direttamente ad HMRC (Her Majesty’s Revenue and Customs), la Dogana del Regno Unito, dopo aver aperto un codice GB EORI (Economic Operator Registration and Identification Number), il codice obbligatorio che identifica il mittente per l’importazione e l’esportazione al di fuori dell’Unione Europea e che può essere richiesto all’Agenzia delle Dogane. Al di sopra di tale importo invece sarà il destinatario inglese che pagherà gli oneri doganali direttamente e le spese di sdoganamento. In alcuni casi è il mittente che paga direttamente le spese di sdoganamento (duty delivery paid) inserendole nel costo del prodotto che viene pagato dal destinatario.

Come restare competitivi nell’e-commerce nonostante la Brexit

Per poter soddisfare adeguatamente le esigenze degli acquirenti è necessario da parte delle aziende e-commerce rispettare la normativa inglese. A tale scopo per approfondire l’argomento ed essere al  passo con i cambiamenti del mercato, possono consultare anche la nuova sezione del sito poste.it Yellowbox, dove  gli operatori del mondo del commercio online possono trovare spunti e consigli di professionisti del settore per migliorare il proprio business.