Roma, 2 apr – “L’intera Eurozona affronta una fase di temporaneo rallentamento economico dovuto alla guerra dazi che ha causato una significativa battuta d’arresto per diversi settori dell’industria manufatturiera: ho sottolineato al presidente Juncker che per reagire a questa fase occorrerebbe che gli stati membri che hanno maggiore spazio fiscale lo utilizzino a sostegno della domanda interna con investimenti pubblici per permettere all’Europa di reagire alla tendenza negativa”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al termine dell’incontro a palazzo Chigi con il presidente della commissione Europea Jean-Claude Juncker.

Secondo il premier “grazie a un maggiore coordinamento delle politiche di bilancio si potranno ridurre gli squilibri interni e rilanciare la crescita a beneficio dell’intera eurozona”. Il presidente del consiglio ha parlato anche di due altri temi di particolare rilevanza ai fini della congiuntura economica e cioè il dossier Brexit e le trattative Unione Europea e Cina.

Sulla Brexit, Conte ha indicato che “ancora non c’è chiarezza sulla posizione del Regno Unito. Per questo motivo ci siamo preparati da tempo in Italia alla non auspicata prospettiva del no deal grazie alle misure contenute nel decreto legge a protezione dei cittadini e delle imprese” italiane.

“Speriamo in un recesso ordinato al quale abbiamo lavorato a lungo sul fronte europeo – ha ricordato il premier – restiamo uniti e compatti. E’ importante in vista del prossimo consiglio europeo straordinario fissato il 10 aprile”.

Sui rapporti tra Ue e Pechino il premier auspica che “il vertice con la Cina e l’Ue di aprile possa essere risolutivo su investimenti e indicazioni geografiche”. Conte inoltre ha riferito al termine dell’incontro a palazzo Chigi con il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker, che “mi sono fatto raccontare come è stato l’incontro con il presidente cinese. C’è piena sintonia e attenzione dell’Italia verso la politica europea, rispetto alla strategia europea verso la Cina” e infatti “nel nostro memorandum abbiamo inserito specifici riferimenti all’Ue”.