Roma, 6 mag – Un rapporto completo sui rischi finanziari derivanti dai cambiamenti climatici e sei raccomandazioni per regolatori, policy maker e industria. E’ quello che è stato pubblicato recentemente dal NGFS, il Network for Greening the Financial Services che in 16 mesi di vita è arrivato a comprendere 34 membri su scala mondiale, tra banche centrali – tra cui la Banca d’Italia – e supervisori e cinque osservatori.

Il rapporto, il primo realizzato dal network, vuole tradurre l’impegno ad agire sui rischi finanziari connessi al clima in azioni concrete. Nasce dalla consapevolezza che la transizione ad una economia a basse emissioni di carbonio è cruciale per la nostra stessa sopravvivenza, che i rischi relativi al clima sono fonti di rischio finanziario e come tali ricadono nella competenza di banche centrali e supervisori e che sia necessario intraprendere azioni comuni sempre più a livello globale.

A sottolinearne la rilevanza, la lettera aperta che introduce il contributo a firma del Governatore della Banca d’Inghilterra, Mark Carney, del Governatore della Banque de France, François Villeroy de Galhau, e del Presidente del Network stesso, l’olandese Frank Elderson, ove si sottolinea come, sebbene la responsabilità primaria in materia di clima ricada sui Governi, e sebbene sarà il settore privato a determinare il successo dell’aggiustamento, le banche centrali ed i supervisori, in quanto responsabili di decisioni rilevanti e vigilanti del settore finanziario, non possono trascurare il tema.

Sei le raccomandazioni del rapporto: le prime quattro rivolte al lavoro di banche centrali e supervisori, le ultime due direttamente indirizzate ai policymaker. La prima riguarda l’integrazione del monitoraggio dei rischi collegati al clima nell’attività corrente di vigilanza, nella promozione della stabilità finanziaria, e nel risk management. La seconda raccomandazione incoraggia le banche centrali stesse a dare il buon esempio, integrando la sostenibilità nella gestione dei propri portafogli. La terza chiama le autorità pubbliche a collaborare tra loro per colmare le lacune in materia di dati, potenziando la raccolta e diffusione al pubblico delle informazioni.

La quarta, invita a costruire consapevolezza e capacità di intelligence all’interno delle banche centrali e a condividerla con gli altri stakeholder. Le ultime due raccomandazioni sono in realtà azioni che i policymaker devono intraprendere per facilitare il lavoro di banche centrali e supervisori e anche del settore privato. Si tratta di promuovere una disclosure degli aspetti climatici ed ambientali robusta ed internazionalmente coerente, in allineamento con il lavoro condotto dalla Task Force on Climate-related Financial Disclosure (TCFD) costituita dal Financial Stability Board nel 2015.

Prossimi passi del NGFS, la produzione di un manuale sulla gestione del rischio climatico ed ambientale, destinato a supervisori e istituzioni finanziarie, nonché di linee guida volontarie su analisi di rischio basate su una pluralità di scenari. L’attività dei supervisori bancari si affianca a quella del settore assicurativo. Il SIF (Sustainable Insurance Forum), rete globale di supervisori e regolatori assicurativi cui aderisce anche Ivass, sta lavorando sui riflessi per il settore derivanti dai cambiamenti climatici. Lo scorso anno ha pubblicato un “issues paper” che raccoglie esperienze e casi concreti a livello globale.