Roma, 7 mag – “Il 2018 è stato definito dal Clusit l’anno peggiore relativamente alla sicurezza cibernetica, così costantemente esposta a minacce da configurare una sorta di cyber-guerriglia permanente. Se nel settore pubblico in generale gli attacchi sono cresciuti nell’ultimo anno del 41%, in ambito sanitario l’incremento ha toccato l’acme del 99% rispetto all’anno precedente, con effetti tanto più gravi che in altri settori perché l’alterazione dei dati sanitari può determinare – come abbiamo sottolineato anche rispetto al fascicolo sanitario elettronico – errori diagnostici o terapeutici”.

Lo haspiegato Antonello Soro – presidente dell’Autorità Garante per la Protezione dei dati personali – nella relazione annuale presentata questa mattina alla Camera.

“La carente sicurezza dei dati e dei sistemi che li ospitano – avverte Soro – può rappresentare una causa di malasanità, oppure, come nel caso degli embrioni scambiati di cui ci siamo occupati, la violazione delle regole essenziali di protezione dati può avere effetti deleteri nei processi medici, tanto più gravi ove quei processi incidano su aspetti qualificanti l’esistenza individuale: la nascita, la morte, la genitorialità”.

Soro ha poi illustrato il bilancio dell’attività del Garante: l’anno scorso sono stati adottati 517 provvedimenti collegiali, 28 i pareri, 130 i ricorsi decisi, 707 le violazioni amministrative contestate e 8,1 milioni euro le sanzioni amministrative riscosse.

L’Autorità ha fornito riscontro a oltre 5.600 quesiti, reclami e segnalazioni con specifico riferimento a diversi settori: marketing telefonico e cartaceo; centrali rischi; credito al consumo; videosorveglianza; concessionari di pubblico servizio; recupero crediti; settore bancario e finanziario; assicurazioni; lavoro; enti locali; sanità e servizi di assistenza sociale.

I ricorsi, decisi fino all’applicazione del Regolamento UE, sono stati 130 e hanno riguardato soprattutto editori (anche televisivi); datori di lavoro pubblici e privati; banche e società finanziarie; P.a. e concessionari di pubblici servizi; fornitori telefonici e telematici.

I pareri resi dal Collegio al Governo e al Parlamento sono stati 28 (di cui 5 su norme di rango primario) e hanno riguardato, tra l’altro, l’attività di polizia e sicurezza nazionale; il casellario giudiziale; i trattamenti di dati a fini di polizia; le misure antiassenteismo e la raccolta delle impronte digitali dei dipendenti pubblici; il Programma statistico nazionale; il “bonus cultura”; il Fascicolo sanitario elettronico; la carta di identità elettronica; il Registro tumori; l’Archivio dei rapporti finanziari; l’Anagrafe nazionale dei vaccini; il fisco. Quarantaquattro sono stati i pareri resi ai sensi della normativa sulla trasparenza.