Roma, 7 ago – L’Italia resta il paese dei centri storici. E non solo per le tante bellezze artistiche ma anche quando si parla di commercio Non Food: infatti, nonostante la riduzione numerica (-2,3% in un anno), ancora oggi in Italia il 45,7% dei punti vendita non alimentari si concentra nelle aree urbane. Di questi negozi, oltre la metà è localizzata nei centri urbani di minore dimensione (meno di 50mila abitanti), mentre il 18,9% nelle aree centrali delle grandi città (oltre 250mila abitanti). A fotografare lo scenario è l’edizione 2019 dell’Osservatorio Non Food di GS1 Italy, associazione che riunisce 35mila imprese di beni di consumo.

A livello territoriale, secondo il rapporto, è soprattutto nel Sud e sulle Isole che le vie commerciali urbane sono le protagoniste del commercio (52,8% del numero totale di store non alimentari), mentre nel Nord Ovest la concentrazione della rete è divisa fra i centri urbani (40,7%) e i centri commerciali (43,1%).

Tredici i comparti non alimentari considerati: abbigliamento e calzature, elettronica di consumo, mobili e arredamento, bricolage, articoli per lo sport, prodotti di profumeria, casalinghi, automedicazione, edutainment, prodotti di ottica, tessile casa, cancelleria, giocattoli.