Roma, 19 ago – Parlando con i ristoratori abruzzesi in Italia si ha l’impressione che una parte di loro voglia aprire un “fast food” di arrosticini negli Usa. Il margine è allettante: al costo di produzione e gestione di poco più di un dollaro per spiedino, il guadagno arriverebbe a due dollari, al pari di qualsiasi hamburger americano o taco messicano.

Come ricorda il quotidiano Il Marco Polo il problema é che in America non si può grigliare con il carbone in locali chiusi. Intoppo risolto da Eataly a Los Angeles, dove si utilizza un ristorante all’aperto all’ultimo piano di un grande centro commerciale nella zona di Century City (vicino a Beverly Hills), e anche dall’abruzzese Tommaso Conte, incontrato per un caffè da Eataly di New York City.

Sembra che, per ora, questi siano gli unici ristoratori in tutti gli Stati Uniti a proporre gli arrosticini. Tommaso spiega che a New York la legge vieta l’uso del carbone in locali chiusi, quindi d’inverno é costretto ad utilizzare la griglia elettrica o a gas. Come carne impiega quella d’agnello importata dallo stato del Colorado (“la carne di pecora non tira” specifica), i bastoncini di legno (li cippitill) si comprano in città, mentre ha portato dall’Abruzzo il “cubo” per infilare il bastoncino nella carne.

Il costo al pubblico è di 2,10 dollari per spiedino, con il potenziale di diventare il prossimo “fenomeno fast food, ma di qualità” in America, ed infatti Tommaso è in trattative per iniziare un franchise a Los Angeles e a Filadelfia. “Il problema” confida, “è trovare personale qualificato, perché se non si rispetta la tradizione abruzzese, a me non andrebbe bene”. Infatti l’abruzzese è un tale purista che si scandalizza all’idea che esistano arrosticini di pollo. “Dovrebbero chiamarli ‘spiedini’ non arrosticini”, protesta.

Tommaso ha 36 anni e venera il nonno paterno Donato, emigrato da San Tommaso (Pescara) assieme alla moglie Rosetta Morizio ed il padre di Tommaso, all’epoca di 16 anni, nel 1966. Tommaso è nato a Brooklyn, dove il nonno (deceduto nel 1988) curava un piccolo orto e insegnava al nipote sin da bambino come coltivarlo, mentre nonna Rosetta gli insegnava come cucinare all’abruzzese.

Tommaso é cosí legato alla memoria del nonno Donato che si è fatto tatuare la sua foto sul braccio. “É il mio unico tatuaggio”, si schermisce. Racconta poi che la prima volta che ha assaggiato gli arrosticini è stata quando è andato in Abruzzo a otto anni; dove ora torna tre volte l’anno. Ha iniziato a vendere arrosticini nel 2017 con la sua società, D’Abruzzo NYC.