Roma, 12 ott – Il settore delle imprese culturali e creative è “vivo ed ottimista”. Si tratta di una realtà che occupa complessivamente in Italia circa 830mila persone (il 3,6% degli occupati nazionali). Su un campione di 119 aziende intervistate, emerge che oltre la meta degli intervistati si aspetta una crescita dei livelli di attività della propria impresa. L’82,4% degli intervistati ha dichiarato di aver realizzato degli investimenti negli ultimi 3 anni e, di queste aziende, circa un terzo dichiara di averlo fatto in maniera significativa. Le imprese creative hanno investito soprattutto in nuovi prodotti e nel marketing, mentre le imprese culturali hanno indirizzato i loro investimenti nella digitalizzazione delle attività e nella riqualificazione delle strutture.

Sono i risultati dell’indagine sulle imprese culturali e creative presentati dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo e Mediocredito Italiano sulle imprese culturali e creative, un mondo ampio e variegato che include spettacolo dal vivo, musei, editoria, musica, produzioni video e cinematografiche. L’indagine è stata condotta nel periodo febbraio-maggio 2019, con la collaborazione della Fondazione Fitzcarraldo e di alcune delle principali associazioni di categoria del settore (Aesvi, Agis Lombardia, AIE, Federculture e Federvivo).

Le imprese culturali e creative si dimostrano anche molto dinamiche. Basti pensare che oltre la metà delle imprese si aspetta un aumento delle attività nel biennio 2019-2020 e oltre il 60% dei soggetti dichiara che investirà, in particolare in comunicazione e marketing. Fattori trainanti anche in futuro saranno la presenza di capitale umano qualificato e l’innovazione (sia di prodotto che tecnologica), riconosciuti come fondamentali per determinare le performance del settore. Ma per continuare a crescere, in un contesto altamente incerto, occorre rafforzare le fonti di finanziamento.

E in questa ottica il ruolo della Banca diventa fondamentale, proprio perché oltre la metà degli intervistati dichiara che per il proprio sviluppo occorrono in maniera prioritaria finanziamenti a medio lungo termine, con durate e modalità di rimborso adeguate alla propria attività. Le imprese culturali e creative, data la peculiarità del settore, chiedono figure con competenze specifiche e prodotti ad hoc, per migliorare la relazione con la banca.