Milano, 29 ott – La meccanica cresce ma a passi misurati. II segnale più preoccupante viene dagli investimenti che nel 2018 hanno registrato una crescita del 7% rispetto al 2017 mentre le previsioni 2019 stimano solo un +2%. Per fare in modo che le istituzioni si occupino di dare un nuovo slancio al settore, Anima ha presentato al governo il Manifesto della Meccanica con richieste mirate su energia, export. made in Italy, ambiente, infrastrutture e trasporti.

Secondo i dati elaborati dall’Ufficio studi Anima, l’industria meccanica italiana dovrebbe presentare una crescita più contenuta nel 2019. La produzione 2018 ha raggiunto quota 48,7 miliardi di euro, con un incremento del +1,5% rispetto al 2017. A fine 2019 sarà superata la soglia dei 49 miliardi, con un aumento dell’1%. L’export continua a essere uno dei punti di forza della meccanica italiana, raggiungendo nel 2018 i 28,4 miliardi di euro (+1,7% rispetto al 2017). Le previsioni 2019 (+1,1%) evidenziano una contrazione dovuta alla guerra dei dazi e alle crisi geopolitiche che rallentano la crescita. La quota export sale nell’anno in corso a 58,4%: questo significa che oltre la metà della produzione italiana viene acquistata all’estero. Il numero di addetti della meccanica si mantiene pressoché stabile (+0,1%) con circa 221.300 unità occupate nel settore.

“Il Piano lndustria 4.0 è stato il riferimento per le politiche di investimento delle imprese”, ha detto Marco Nocivelli, presidente Anima Confindustria. “Il vero punto di forza è aver individuato un obiettivo strategico, come l’integrazione delle tecnologie innovative, la trasformazione digitale delle imprese e aver messo in campo un pacchetto di strumenti coordinati: investimenti innovativi, finanza, competenze, infrastrutture di rete. Confidiamo che il Governo dia continuità alle misure, anche con una rimodulazione degli interventi in chiave di innovazione e sostenibilità, e auspichiamo che il piano possa avere un orizzonte temporale di almeno tre anni, che permetta un contesto stabile per la programmazione degli investimenti”.

L’export è tradizionalmente il fattore trainante delle imprese della meccanica. Per esportare le merci all’estero Anima Confindustria rileva il fatto che l’inefficienza della rete delle infrastrutture ha un impatto diretto sull’andamento del commercio in generale e, di conseguenza, sull’industria manifatturiera e le sue imprese, con ricadute negative sugli investimenti italiani e stranieri e su tutto il sistema economico del Paese. “I provvedimenti recentemente introdotti, come il Decreto Sblocca Cantieri, vanno nella giusta direzione – ha detto Nocivelli – ma per un vero rilancio dell’economia è necessaria un’azione strategica di più ampio respiro; ad esempio è auspicabile una revisione generale del Codice dei Contratti pubblici che abbia come principi cardine Ia maggiore semplificazione del sistema degli appelli e un vero sostegno e valorizzazione della produzione industriale nazionale”.

Sul fronte ambientale, Anima auspica I’avvio “in tempi brevi di un serio piano di investimenti per lo sviluppo sostenibile, che consenta alle imprese, soprattutto medio-piccole, di sprigionare quanto più possibile le proprie competenze tecnologiche e gestionali, un passo necessario per favorire il disaccoppiamento fra la crescita economica-industriale e gli impatti ambientali”, continua Nocivelli. “Nell’ambito della discussione in corso per la finalizzazione del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, Anima ritiene importante concentrare gli sforzi nello sviluppo dell’efficienza energetica, nella diffusione delle tecnologie rinnovabili, specialmente quelle a basse emissioni, nella promozione dell’innovazione tecnologica dell’industria nazionale”.