Il “Bello e Ben Fatto italiano” vale 135 miliardi di euro e rappresenta una parte consistente delle esportazioni complessive dell’Italia ed è trasversale a tutti i principali comparti dal Made in Italy, seppure in maniera più marcata nei settori afferenti alle 3 “F” di Fashion Food and Furniture.
Esportare la Dolce Vita
Le eccellenze del Made in Italy si dirigono prevalentemente verso i mercati avanzati, che insieme ne assorbono circa 114 miliardi di euro. Ammonta invece a oltre 20 miliardi di euro il quantitativo di eccellenze esportato verso i paesi emergenti, che, per il loro dinamismo offrono margini di crescita maggiori, a fronte comunque di rischi più elevati. È quanto emerge dall’analisi condotta dal Rapporto Esportare la Dolce Vita, realizzato dal Centro Studi Confindustria.
Il margine di incremento
C’è un margine potenziale di incremento delle esportazioni pari a 82 miliardi di euro. L’analisi contenuta nel Rapporto consente di ottenere una misura del potenziale di mercato dell’Italia nell’ambito del Bbf, rispetto alla quale valutare il margine di miglioramento delle posizioni fin qui acquisite. Il potenziale si ripartisce per oltre tre quarti nei paesi avanzati (62 miliardi di euro) e per la restante parte negli emergenti (20 miliardi di euro).
Mercati di riferimento
A fare da volano alle esportazioni nei paesi avanzati è la forte condivisione di gusti e standard che riflettono una sostanziale affinità dei contesti culturali. Si tratta anche dei principali paesi con cui l’Italia tesse relazioni economiche, politiche e strategiche, e con cui i legami geoeconomici sono particolarmente stringenti. I paesi più importanti sono Stati Uniti, che sono il mercato con il più alto potenziale in termini assoluti (15,5 miliardi di euro), Germania (5,2 miliardi) e Francia (4,4 miliardi). Tra le economie emergenti i mercati principali sono Cina (3,9 miliardi di euro), Emirati Arabi Uniti (3,2 miliardi) e Russia (1,3).