Daniele Manca vicedirettore del Corriere della Sera

Lo scenario per i risparmiatori italiani e per i settori previdenziali, le mosse per contrastare un autunno che si preannuncia bollente sul versante del lavoro e l’apporto di Poste Italiane alla ripartenza del Paese. Il vicedirettore del Corriere della Sera, Daniele Manca, ha risposto alle nostre domande delineando un panorama economico molto preciso, fatto di grandi risparmi privati da investire nell’economia reale e del ruolo fondamentale dello Stato nel riavviare una macchina che si è pericolosamente fermata nei mesi della pandemia. E in questo Poste Italiane, per la natura assunta in questi anni di sforzi e di diversificazione, rappresenta un’infrastruttura che Manca stesso definisce “centrale” per il Paese, sia per la ripartenza sia per la crescita, soprattutto in termini di digitalizzazione.

Durante la pandemia le famiglie hanno messo da parte un risparmio maggiore dell’ordinario: a fine 2020 si prevedono 76 miliardi di risorse aggiuntive. Quali scenari si aprono per i settori finanziari e previdenziali?
“Da un lato la notizia è buona. Gli italiani si confermano delle formichine molto diligenti che riescono a capire quanto sia importante risparmiare. Dall’altro sarà compito di chi gestisce questo enorme flusso finanziario fare sì che non rimanga inutilizzato in attività finanziarie. Soprattutto in un momento come questo. Non si riuscirà a superare la crisi e ad avere un orizzonte di crescita se le risorse non arriveranno all’economia reale. Altrimenti il rischio è che si crei un circolo non-virtuoso che a partire dalle incertezze sul futuro spingerà a risparmiare, non a consumare e a investire determinando un’ulteriore paralisi dell’economia”.

In vista dei prossimi mesi, la preoccupazione per i posti di lavoro e la tenuta sociale del Paese è crescente. Su che cosa deve puntare l’economia italiana per ripartire?
“Le strade sono keynesiamente le solite. Fare sì che gli investimenti in infrastrutture ripartano in maniera massiccia. A questa va aggiunta quella digitalizzazione del Paese che può garantire all’Italia una competitività maggiore. Lo Stato e il governo avranno un ruolo fondamentale per riavviare la macchina, ma altrettanto fondamentale sarà fare in modo che torni la voglia di intraprendere. Il ritorno dello Stato è un fatto. E si realizza dopo decenni nei quali aveva dominato una politica economica che prendeva le mosse dalla celebre frase che Ronald Reagan pronunciò nel discorso di insediamento del 20 gennaio 1981. “Il governo non è la soluzione, il governo è il problema”, disse l’ex attore protagonista di un’autentica rivoluzione nel modo di affrontare le questioni economiche. Ma proprio per questo c’è bisogno oggi di una politica ancora più competente visto il ruolo aumentato. E al tempo stesso che non tarpi le ali a imprese e cittadini che sono poi i veri protagonisti di una ripresa sostenibile”.

Quale ruolo può avere Poste nella ripartenza del Paese?
“A Poste spetta il ruolo svolto in questi anni. Infrastruttura decisiva per il Paese. Raccoglie risparmio, lo indirizza, ma offre anche servizi importanti per un’Italia che dovrà essere sempre più digitale. Dai sistemi di pagamento all’e-commerce è evidente come, anche qui, l’infrastruttura offerta da Poste è centrale per la crescita del nostro Paese”.

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