Per molti mesi il remote learning è diventato la quotidianità, prima di tornare – da oggi in tutta Italia ma non in tutte le scuole – alla didattica in presenza. Il ripristino della “quasi-normalità” non ha però tolto l’interesse per una modalità di apprendimento e insegnamento che, oltre a rappresentare il “piano B” in caso di necessità, ha tutto sommato avuto buoni risultati, almeno tra gli alunni più grandi. Così la pensa AlmaDiploma che, con la collaborazione del Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea e degli Istituti associati al sistema AlmaDiploma, ha condotto una rilevazione via web per comprendere meglio l’esperienza di didattica a distanza vissuta dagli studenti delle classi quarte e quinte degli Istituti superiori. Ne emerge un quadro positivo per quanto riguarda la capacità di adattamento e di riorganizzazione, dimostrata sia dalla scuola sia dagli insegnanti nell’affrontare la crisi pandemica e nel garantire la continuità didattica con la modalità a distanza. Tuttavia, si evidenziano criticità legate ai limiti dell’apprendimento a distanza e alle relazioni interpersonali, oltre alle preoccupazioni relative al futuro occupazionale. “In questo periodo in cui tutti parlano di scuola, ritengo doveroso dar voce ai nostri studenti che a giugno ci hanno dichiarato che la loro scuola ha svolto il proprio compito garantendo la continuità delle attività e organizzato in modo efficiente la didattica a distanza”, afferma il direttore di AlmaDiploma, Renato Salsone. “Altrettanto chiaramente, però, hanno affermato che è stata un’esperienza faticosa e non sempre efficace”.

I risultati dell’indagine
I macro esiti più significativi, qui sintetizzati, riguardano vari aspetti (per gli approfondimenti si rimanda al Report allegato “Indagine sulla Didattica a Distanza”). Uno fra tutti la disponibilità delle attrezzature informatiche (pc, tablet, portatili o smartphone) e la connessione per seguire le lezioni: quasi la totalità dei rispondenti (93,6%) dichiara di non aver ricevuto alcun tipo di supporto da parte della scuola e ha, dunque, fatto affidamento sulle sole risorse disponibili in famiglia. Così come per gli effetti della DaD in termini di carico di studio, capacità di concentrazione ed efficacia dello studio. Il 79,6% degli studenti dichiara che durante la didattica a distanza i compiti sono aumentati rispetto alle lezioni tradizionali: per il 24,7% il carico degli studi non è stato sostenibile, mentre per il 54,8%, sebbene aumentato, il carico è stato comunque sostenibile. Altro importante dato le opinioni degli studenti rispetto agli insegnanti. Circa i due terzi degli studenti (67,4%) sostengono che durante il periodo di didattica a distanza gli insegnanti abbiano valutato con equità le prove e i compiti svolti. Come ci si poteva attendere, durante il periodo di didattica a distanza si sono, invece, emotivamente intensificati i rapporti con i componenti della famiglia o i conviventi: lo dichiara il 73,3% degli studenti.

Il futuro
Guardando al futuro poco meno di un terzo degli studenti (31,6%) ritiene che sarebbe utile continuare a usare la didattica a distanza, insieme alle lezioni in aula, anche dopo l’emergenza del Covid-19. Anche se poi il 72,1% degli studenti pensa che la preparazione raggiunta attraverso le lezioni a distanza sia inferiore a quella che avrebbero avuto andando a scuola; tant’è che il 42,8% degli studenti ritiene di non avere una preparazione adeguata per affrontare il prossimo anno scolastico o l’esame di Stato per gli studenti di quinta. Timori che si riverberano anche sul futuro occupazionale di chi li circonda: il 59,7% ritiene che molte persone vicine siano preoccupate di non trovare lavoro o diventare disoccupate a causa della difficile situazione economica dovuta al Covid-19.