La società con il maggior numero di dipendenti nel nostro Paese si conferma Poste Italiane, con oltre 129 mila unità. A certificarlo è la 55esima edizione dello studio sulle Principali Società Italiane dell’Area Studi Mediobanca. Lo studio analizza i bilanci di 3.449 aziende, suddivise in base al settore in cui operano. Nel dettaglio: 2.582 società industriali e di servizi, 250 holding, 29 sim, 29 società di leasing, 39 di factoring e credito al consumo, 406 banche e 114 assicurazioni. La ricerca contiene inoltre un approfondimento sulle imprese manifatturiere più dinamiche, ovvero le aziende che nel 2019 hanno realizzato un incremento delle vendite pari almeno al 20%, rispetto ai livelli sia del 2011 sia del 2018, e un’incidenza del risultato sul fatturato 2019 maggiore del 4%.

Le aspettative di fine 2020
Da un’intervista svolta dalla seconda metà di settembre tra le imprese manifatturiere familiari italiane è emerso che esse si aspettano di chiudere il 2020 con un calo delle vendite dell’11,1% (-15,7% nel primo semestre, +5,4% nel secondo). Le attese sono diversificate a seconda del settore di appartenenza con comparti che più di altri soffrono le misure restrittive messe in atto per contrastare la diffusione della pandemia. Si tratta di tessile (-26,7%), abbigliamento (-25,2%), pelli e cuoio (-23,2%), mezzi di trasporto (-21,7%), trattamento dei metalli (-17,7%), metallurgico (-16%), legno e mobili (-14,4%), altri beni per la persona e la casa (-14,2%), elettro-meccanico (-13,6%) e macchine e attrezzature (-11,7%). In minor calo: chimico (-9,7%), prodotti per l’edilizia (-9,4%), carta e stampa, essenzialmente editoria (-6,1%), industria molitoria e pastifici (-4,4%), bevande (-2,9%), pharma e cosmesi (-2,6%). In positivo: conserviero (+1,3%), dolciario (+2,5%), caseario (+4,9%), altre industrie alimentari (+5,3%).