Le Terme di Abano sono in ripresa: “Lo capiamo dalla corrispondenza”

I portalettere come termometro della ripresa economica delle Terme di Abano. L’edizione di Padova del Gazzettino sottolinea: “Non sono solo le presenze negli alberghi o l’afflusso nei negozi a testimoniare una ripresa dell’economia del bacino termale dopo i periodi in cui chiusure e limitazioni per il Covid si sono fatte maggiormente sentire. Anche il lavoro dei portalettere è la spia di una ripartenza che, seppure ancora lenta, appare incoraggiante”.

L’aumento dei pacchi

Il riferimento è alla testimonianza di Alberto, 25enne portalettere in servizio ad Abano Terme, nel quartiere San Lorenzo: “Si ricomincia, è una zona centralissima a diretto contatto con cittadini, turisti e imprenditori. Anche se non siamo ancora ai livelli del 2019. E comunque vero – precisa – che per esperienza il turismo termale si concentra nelle mezze stagioni, dunque vedremo come andrà a settembre. Tra aprile e maggio gente se n’è vista abbastanza”. Un indicatore abbastanza preciso è collegato all’incremento delle consegne dei pacchi. “E poi – aggiunge – tanta posta, sia per gli ospiti degli alberghi che attendono le prescrizioni inviate dai propri medici, ma anche per gli studi professionali”.

Tra alberghi e agriturismi

Nello stesso centro di distribuzione, lavora Cosimo, 43 anni, leccese da due anni residente a Montegrotto. Ed entusiasta dei luoghi dove vive e lavora. “Mi piacciono i posti e le persone, accoglienti e buone”. Vanta una laurea in beni culturali e una passata esperienza da guida turistica che gli torna utile per conoscere bene il territorio. “Alberghi, agriturismi e ristoranti hanno ricominciato a lavorare. Ma le incertezze non mancano. I commercianti quando mi vedono mi chiedono se gli sto portando notizie positive. Ma poi quando vedono fatture o documenti simili commentano ‘ci mancava anche questa’. È comunque positivo che quasi tutti gli hotel abbiamo riaperto”.

Le richieste dei turisti

Il portalettere, tiene a precisare, non è solo chi consegna la corrispondenza. “I turisti ci fermano spesso – racconta – per chiedere informazioni o anche solo un consiglio per una trattoria o un luogo da vedere. Io suggerisco di andare al monastero del Monte Rua. Noi lì ci saliamo tutti i giorni, anche solo per portare ai frati il giornale”.

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