La Silicon Valley italiana sceglie di tornare al lavoro in presenza

Non chiamatelo ufficio. Prati artificiali, altalene, un ponte tibetano, finta spiaggia, una vasca con le palline e un tavolo da Risiko da 18mq, un cinemino e una vera aula scolastica con tanto di banchi, lavagna e lim (Lavagna Interattiva Multimediale): sono solo alcune delle stranezze che fanno del C30 di OneDay Group, in Viale Cassala 30 a Milano, la Silicon Valley italiana, un ambiente di lavoro che sovverte il concetto stesso di ufficio. È un polo multifunzionale con 320 postazioni e 26 iconiche sale riunioni, che accoglie tutte le esigenze di aziende e professionisti di nuova generazione. Non è un caso se realtà come Virtuo, Dataz e Barberino’s, per citarne alcune, hanno scelto il C30 come casa lavorativa, ritenendolo il luogo perfetto per condividere idee di business e per lasciarsi ispirare nella Silicon Valley italiana.

Le richieste di coworkng

“Nel mese di ottobre le richieste di coworking nel nostro headquarter sono aumentate in modo esponenziale”, spiega Paolo De Nadai, Presidente di OneDay Group. “Twinkly, Spector Padel House, FeelLab, Feat Food sono quattro new entry dell’ultimo mese, realtà giovani che vogliono vivere un’esperienza di lavoro adeguata ad attrarre i talenti delle nuove generazioni». Una cosa è chiara: le startup italiane hanno detto basta al full remote, e agli uffici noiosi, anonimi e statici.

Gli eventi aziendali

Il mondo del lavoro post-pandemia riparte in maniera dinamica, mobile, aperta al nuovo, in nome della collaborazione, del confronto e della voglia di condividere. “Anche le richieste per l’organizzazione di eventi aziendali al C30, nella Silicon Valley italiana, sono in continuo aumento”, racconta Paolo De Nadai. “Un altro segno che le aziende hanno ripreso significativamente a lavorare in presenza: dopo diciotto mesi di pandemia, l’esigenza di tornare a viversi e a condividere è elevatissima. Dopotutto, le idee migliori nascono proprio quando ci si trova tutti insieme in spazi stimolanti e creativi”.