Dopo il placet all’accordo operativo del 23 dicembre scorso la Commissione Ue sta esaminando il testo inviato dal governo italiano sui 51 obiettivi da raggiungere nel 2021 nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza italiano (PNRR). Obiettivi che Roma ritiene di aver raggiunto. Solo dopo l’ok finale dell’Unione europea all’Italia sarà erogata la prima tranche dei fondi del Next Generation Ue, pari a 24 miliardi.
Un esame complesso
L’esecutivo europeo, ricordano a Bruxelles, ha due mesi di tempo per esaminare il lavoro dell’Italia sui target previsti a partire dal giorno (il 30 dicembre scorso) in cui Roma ha inviato la richiesta di pagamento all’Ue. La deadline, quindi, è a fine febbraio. L’esame, spiegano fonti della Commissione, sarà “complesso e sarà fatto, secondo criteri concreti”. I tempi per i Paesi che via via stanno inviando le loro richieste di pagamento si prospettano in media più lunghi di quelli registrati per il via libera Ue alla Spagna poche settimane fa, di fatto il primo arrivato da Bruxelles a un Paese membro sui fondi del Next Generation Ue.
Le tempistiche per i fondi
Dopo il placet della Commissione, per rendere esecutivo l’esborso dei fondi, serve il via libera del Comitato Economico e Finanziario, che ha un mese di tempo per ultimare la sua decisione. Al momento sono quattro i Paesi in attesa dell’ok dell’Ue alla prima tranche di fondi: Italia, Francia, Slovacchia e Grecia. L’esame della Commissione, spiegano dall’esecutivo europeo, avviene in stretto contatto con i tecnici dei governi nazionali. Ed è anche possibile anche che, non reputando tutti gli obiettivi previsti dal Pnrr per il 2021 effettivamente raggiunti, la Commissione proceda ad un’erogazione parziale della somma dovuta nella prima tranche dei fondi.