Fra premi e testimonianze, Poste Italiane per la parità di genere

Poste italiane ha fatto della parità di genere prima una missione e, adesso, una realtà. La presenza femminile all’interno del gruppo è preminente, e l’azienda ha abbattuto qualsiasi forma di gender pay gap. L’attenzione di Poste per la parità è nota, e ha portato il Gruppo a ottenere importanti riconoscimenti. In occasione dell’8 marzo, Giornata internazionale dei diritti della donna, diversi giornali hanno sottolineato le importanti conquiste di Poste Italiane nel campo, riportando anche testimonianze delle lavoratrici.

L’impegno di Poste Italiane

Come riportato da Italia Oggi, Poste Italiane ha celebrato l’8 marzo con una cartolina filatelica e un annullo speciale. Il quotidiano ha anche ricordato che Poste è leader rispetto alla media nazionale nell’occupazione femminile. Oltre la metà della sua forza lavoro è infatti rappresentata da donne, con una presenza femminile del 44% tra i componenti del CDA e del 59% tra i dirigenti di Ufficio Postale. Questo ha portato all’ingresso del gruppo nella classifica globale top 100 sulla parità di genere stilata da Equileap. L’azienda è infatti tra i 19 gruppi a livello mondiale che hanno superato il dislivello salariale di genere contribuendo a rendere l’Italia paese leader in questo ambito. Questo risultato è stato riportato anche dal Tempo che, affrontando la questione del gender pay gap, suggerisce che il miglior modo per capire quali aziende si spendono di più su questo tema sia quello di consultare la classifica stilata appunto da Equileap, organizzazione che elabora dati e approfondimenti sulla parità di genere in ambito corporate.

Pilastri della strategia

All’interno della top 100 sono riportate le aziende mondiali che, oltre a impegnarsi, forniscono anche un contributo significativo nel divario di genere sia per quanto riguarda la retribuzione sia per la discriminazione. Nella classifica, sottolinea l’articolo, trovano spazio anche alcune importanti aziende del nostro Paese, a partire da Poste Italiane, quest’anno al debutto. Nello specifico il gruppo guidato da Matteo Del Fante è tra i 19 che sono riusciti a superare il gender pay gap spingendo l’Italia, con Regno Unito e Spagna, tra i Paesi leader in questo ambito. La Notizia ci informa anche di come valorizzare la diversità e promuovere le pari opportunità sia uno dei pilastri della strategia del piano industriale “2024 Sustain & Innovate” in cui rientrano le politiche di “Diversità e inclusione” nelle quattro dimensioni di genere, generazioni, disabilità e interculturalità.

La testimonianza di una dirigente

In Lombardia l’impegno di Poste Italiane per la parità è evidente. Come viene spiegato dall’edizione milanese del Corriere della Sera, il 60% degli uffici postali ha come direttrici delle donne e in 550 sedi postali il personale è interamente femminile. Più in generale in Poste le donne in Lombardia sono il 51% del totale del personale (7.700 su 15.000) e oltre 1.000 ricoprono ruoli manageriali. Tra queste è stata intervistata, sempre dal Corriere, Silvia, 46 anni, calabrese trapiantata in Lombardia, laureata nel 1999 in Ingegneria elettronica, oggi responsabile del Centro operativo di Lonate Pozzolo, in provincia di Varese, l’unica realtà in Italia in cui vengono lavorati i pacchi internazionali in arrivo dagli operatori postali di tutto il mondo e in esportazione dall’Italia verso tutti i Paesi. “Sono stata assunta nel 2000 – racconta al quotidiano -, ho iniziato a lavorare nel centro di smistamento di Lamezia Terme poi, dal 2007 sono stata responsabile della qualità dell’area logistica della Lombardia. Fino al 2018, quando, dopo anni nella corrispondenza, sono passata nella lavorazione dei pacchi internazionali. Prima come responsabile delle operazioni doganali poi dal 2021 a capo del centro operativo di Lonate Pozzolo”. Dopo 18 anni, una svolta importante: “Ho accettato il cambiamento, che è ciò che tiene sempre vive le persone”. In azienda è stata “da subito ben accolta” e ha trovato “molta apertura mentale sia da parte dei capi che degli operatori”. Silvia sottolinea infine che “le mie collaboratrici responsabili sono tutte donne e nel centro che coordino il 68% è donna”.