Gli ultimi portalettere in bicicletta: “Le persone si stupiscono, noi ci teniamo in forma”

La figura del portalettere mantiene un alone di romanticismo, soprattutto per il ruolo che assume nelle realtà più piccole, come spesso abbiamo raccontato. Questo alone romantico però assume un valore ancora più grande se – in una professione che si adatta ai tempi- c’è qualcuno che sceglie di fermarlo, il tempo che scorre. E invece di usare l’automobile, o i nuovissimi mezzi ibridi o elettrici, consegna la posta come una volta, ovvero pedalando su classiche biciclette. È il caso di due portalettere, la cui storia è raccontata dal quotidiano La Provincia Pavese.

L’amore per le due ruote

I due postini “ciclisti” sono Giuseppe Marchese, 24 anni, a Voghera Centro, e Cinzia Moretto, 58 anni, portalettere a Garlasco. Per loro, l’amore per le due ruote, nonostante Poste Italiane abbia ormai in dotazione numeri altri mezzi, certamente più comodi, è più forte di tutto. Tanto che in provincia di Pavia sono rimasti gli unici a recapitare lettere e raccomandate pedalando.

Da Palermo a Pavia con Poste

Marchese, come racconta il quotidiano, è un palermitano arrivato nel Pavese 14 anni fa. Figlio a sua volta di postino, sempre a Pavia, da tre settimane si occupa di Voghera Centro: “Recapitare in bici è divertente ma anche comodo perché mi occupo delle zone centrali della città dove ci sono aree pedonali e mercati – racconta al quotidiano – Un po’ pedalando e un po’ portando la bici a mano effettuo tutti i giorni il mio giro di recapito di circa 5 km. Alcune persone che non sono di questa zona si stupiscono nel vedere ancora un postino in bicicletta. Per me invece è il mezzo migliore per muoversi in centro oltre ad essere un aiuto per il rispetto dell’ambiente”. Fatica? “No, per nulla. Io sono sportivo – prosegue – quindi non mi pesa. Unisco l’utile al dilettevole Quando c’è qualche pacco pesante? Mi danno una mano i colleghi. La gente apprezza, soprattutto gli anziani”.

In bicicletta dal 1988

Cinzia Moretto consegna invece in bicicletta a Garlasco dal 1988, cioè da quando ha iniziato a lavorare. Lei fa parte di quella generazione per cui consegna della posta e bicicletta sono inscindibili: “La prima bici che ha utilizzato era quella del nonno con i freni a bacchetta – racconta al quotidiano pavese – adattata per mettere un portapacchi idoneo per trasportare la borsa di cuoio di Poste Italiane. Ai tempi si usavano mezzi propri. E prosegue: “Con la bicicletta vado ovunque, nei vicoli stretti, nelle zone del centro e arrivo direttamente davanti ai portoni in modo più agile rispetto a un altro mezzo come una moto o una macchina. Qui a Garlasco mi conoscono tutti e ho un rapporto amichevole con le persone; conosco le abitudini e gli orari dei residenti nella mia zona e questo rende più semplice recapitare la corrispondenza. Mai tentata di utilizzare un mezzo più comodo. Nemmeno una volta”.