Vespa: “Senza Poste non si può vivere”

Il 4 maggio scorso, alla vigilia dell’evento del Centro Congressi La Nuvola a cui ha preso parte il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, anche Bruno Vespa e “Porta a Porta” hanno celebrato i 160 anni di Poste Italiane. Lo ha fatto compiendo un viaggio nel costume nazionale e in «un pezzo di società», come ha ricordato Bruno Vespa aprendo la trasmissione dedicata a Poste in uno studio allestito per l’occasione con cassette postali, telegrafi, divise e cappelli d’epoca. La portalettere Doriana, entrata nello studio a bordo di un triciclo elettrico, ha mostrato al conduttore i nuovissimi mezzi per il recapito dei pacchi e della corrispondenza. Con la Presidente di Poste Italiane, Maria Bianca Farina, e quattro popolarissimi vip – Lino Banfi, Maria Grazia Cucinotta, Claudia Gerini e Flavio Insinna – che hanno testimoniato il loro profondo legame con Poste Italiane, Vespa ha quindi descritto le Poste di ieri – quelle che hanno contribuito a unire il Paese dal punto di vista economico e sociale – e quelle di oggi, non nascondendo il proprio apprezzamento per il lavoro compiuto dall’Azienda negli ultimi anni. La consegna a domicilio delle pensioni, 22 milioni di identità Spid rilasciate, i nuovi hub per l’e-commerce, la consegna delle mascherine e di 30 milioni di vaccini, nonché la piattaforma informatica per il tracciamento e la prenotazione dei vaccini adottata dalle Regioni rappresentano, ha ricordato un servizio di “Porta a Porta”, un grande patrimonio per il Paese che, peraltro, conta 27 milioni di cittadini in possesso di 335 miliardi tra buoni fruttiferi e libretti postali.

Direttore, che cosa l’ha colpita di più delle testimonianze dei suoi ospiti, personaggi famosi e non solo, che hanno con l’azienda un legame speciale? E cosa l’ha colpita di più della storia dell’Azienda?

“Mi hanno colpito gli straordinari progressi compiuti da Poste negli ultimi anni, soprattutto nel servizio di recapito pacchi che è strategico nel mondo in cui viviamo. I miei ospiti, come ciascun italiano, ha un ricordo legato a Poste. Scoprire che Maria Grazia Cucinotta fu chiamata a recitare nel “Postino” senza che nessuno sapesse che veniva da una famiglia di postini è stato fantastico”.

Cosa è emerso dal “viaggio” che ha compiuto dentro la storia di Poste Italiane?

“Che senza Poste non si vive. Anche se si scrivono meno lettere o pochi telegrammi, il fascino di ricevere una busta incollata è sempre sorprendente”.

Il 5 maggio ha partecipato al grande evento del Centro Congressi La Nuvola in cui è intervenuto anche il Presidente Mattarella. Da giornalista e osservatore, come giudica l’evoluzione dei rapporti tra Poste Italiane e le istituzioni nazionali e locali?

“Ho visto quel che mi aspettavo. Perfetta integrazione tra Poste e istituzioni”.

Il Presidente Mattarella ha sottolineato che “la storia di Poste Italiane è la storia d’Italia”. Secondo lei, in quali momenti storici, e in quali luoghi del nostro Paese, questi due binari si sono avvicinati maggiormente?

“Mi ha sempre molto colpito la corrispondenza di guerra, sorprendentemente rapida e puntuale. Mi sembrava impossibile che lettere e pacchi arrivassero puntualmente a soldati chiusi nelle trincee di paesi lontani”.

Sia il Capo dello Stato sia il ministro Giorgetti, così come i vertici dell’azienda, hanno ricordato il ruolo di Poste nel Piano di ripresa e resilienza. Cosa pensa di questa assunzione di responsabilità da parte di un’azienda privata nei confronti del Paese?

“La pandemia è stata una tragedia enorme e improvvisa. Il ruolo di Poste è stato assolutamente decisivo nel recapito di farmaci e supporti sanitari. E oggi lo è nel momento in cui il Paese costruisce il suo futuro”.

Per finire: ci racconta, come hanno fatto i suoi ospiti, un suo ricordo legato alle Poste?

“La prima volta che andai a Londra da ragazzo, l’insegnante d’inglese mi invitò a cena con una lettera. Mi sembrava impossibile, visto che restavo soltanto qualche giorno e da noi le Poste non funzionavano così bene. Poi arrivò “Posta celere” e pareggiammo. Adesso c’è whatsapp…”.