Dai pagamenti digitali all’energia, dai nuovi servizi finanziari alle opportunità del progetto Polis: “Le Poste di oggi appaiono molto cambiate e meno tradizionali rispetto a quelle del 2017, quando si è insediato l’attuale management”, scrive Affari&Finanza, l’inserto economico di Repubblica.
Business in crescita
“La primavera scorsa, presentando i conti del 2022 – si legge – Poste ha diffuso alcuni dati che illustrano bene questa trasformazione. Se nel complesso i ricavi tra il 2017 e il 2022 sono aumentati da 10,6 a 11,9 miliardi, al loro interno i pesi dei vari business in cui è articolata l’attività sono cambiati parecchio. Quello dei business definiti ‘in declino’ – i bollettini e la corrispondenza – è sceso dal 33 al 21% dei ricavi. C’è poi un secondo segmento che le Poste chiamano ‘mercati stabili’, costituito in parte da attività storiche come il risparmio postale e in parte da attività relativamente più recenti come i servizi di telecomunicazione e la gestione del risparmio: il loro peso sul totale dei ricavi si è ridotto in maniera lieve, dal 44 al 42%. È però il terzo raggruppamento di attività, i mercati battezzati ‘in crescita’, a marcare la differenza: se nel 2017 valeva il 23% del giro d’affari totale, nel 2022 è salito al 37%. Ne fanno parte un business tradizionale come i pacchi – che vive nuova vita grazie all’e-commerce – altri consolidati come le assicurazioni – che il gruppo intende rilanciare anche con l’acquisizione di Net Insurance, che amplia l’offerta – nonché i ‘servizi di pagamento’, uno dei fronti più innovativi. Se si considera solo quest’ultima voce, i servizi di pagamento, tra il 2017 e il 2022 i ricavi sono aumentati da 530 milioni a 1,14 miliardi, con un obiettivo a fine 2023 di 1,7 miliardi.
La spinta dell’energia
Una nuova spinta per Poste, spiega ancora Affari&Finanza, “sta arrivando dalla vendita – iniziata a metà 2022 con un’offerta per i dipendenti – di contratti per la fornitura di luce e gas, che nel primo semestre 2023 hanno generato 41 milioni di ricavi, con un obiettivo superiore ai 150 milioni a fine anno”. L’inserto economico di Repubblica sottolinea che “la fornitura luce e gas non è un’iniziativa estemporanea ma fa parte della strategia di Poste di diventare una piattaforma completa di servizi per le famiglie, facendo leva sugli uffici postali per condurre i clienti nel mondo digitale”.
Il progetto Polis
Per far sì che la strategia di sviluppo acquisisca ulteriore forza, “la chiave di volta potrebbe essere il progetto che Poste, grazie anche ai fondi del Pnrr, ha avviato per trasformare 7.000 uffici nei piccoli comuni in centri in grado di fornire molteplici servizi, dall’anagrafe alle colonnine per le auto. L’obiettivo è principalmente sociale, per contrastare la desertificazione dei piccoli centri e fornire agli abitanti i servizi pubblici. Ma quando nel 2026 sarà completato, potrebbe essere d’aiuto per migliorare la redditività della rete”.