Lettere nella storia: la scommessa di Francesco sul clima

La crisi climatica continua a polarizzare l’opinione pubblica mondiale e mette a nudo la tiepida voglia della politica internazionale a imboccare con decisione rimedi efficaci a farvi fronte. Tanto è vero che non mancano voci che già gridano al sicuro fallimento della COP28 in calendario a Dubai dal 30 novembre al 13 dicembre. Scommettere su qualche interessante risultato da COP28 richiede ottimismo. Dopo la Conferenza di Rio de Janeiro del 1992, oltre 190 Paesi hanno firmato la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, ma nelle 27 Conferenze tra le parti (COP) finora riunite, ben pochi sono stati i passi avanti sulla “cura della Casa comune”. Questa è un’espressione coniata da papa Francesco nella sua celebre enciclica Laudato si’ pubblicata alla vigilia della COP21 del 2015 a Parigi. Una delle pochissime con qualche risultato.

Ecologia integrale

Francesco è una delle rare autorità mondiali a scommettere seriamente sul richiamo ambientalista delle nuove generazioni che si riconoscono in attivisti/e come Greta Thunberg impegnati a contrastare il riscaldamento climatico. Perciò ha messo in circolo il concetto di “ecologia integrale” che considera uomo e natura interdipendenti. Si salvano o si perdono insieme. Francesco è anche un leader che tiene ancora accesa la speranza operosa che dalla COP28 possa nascere una svolta. Tanto che lui stesso prenderà la parola nell’Assemblea del 2 dicembre. Ci mette la faccia, come si suol dire, pur non avendo colpa dei ritardi e dei rinvii della politica internazionale a porre rimedi efficaci contro il riscaldamento. Nonostante le COP siano state finora quasi del tutto inefficaci scommette, ancora una volta, scrivendo una Lettera di aggiornamento della Laudato sì, per dare una scossa alla debolezza della politica internazionale nel raccogliere la sfida climatica.

La Lettera di Francesco

La nuova Lettera di Francesco è stata pubblicata con il titolo “Laudate Deum” ossia Lodate Dio. È indirizzata a “tutte le persone di buona volontà sulla crisi climatica” e ruota in sostanza intorno ai progressi e ai fallimenti delle Conferenze sul clima finora tenute nell’ambito internazionale. Il capitolo 5 di 7 paragrafi è interamente dedicato alle attese sulla COP28. “Se abbiamo fiducia nella capacità dell’essere umano di trascendere i suoi piccoli interessi e di pensare in grande – si legge nella Lettera – non possiamo rinunciare a sognare che la COP28 porti a una decisa accelerazione della transizione energetica, con impegni efficaci che possano essere monitorati in modo permanente. Questa Conferenza può essere un punto di svolta, comprovando che tutto quanto si è fatto dal 1992 era serio e opportuno, altrimenti sarà una grande delusione e metterà a rischio quanto di buono si è potuto fin qui raggiungere. Se c’è un sincero interesse a far sì che la COP28 diventi storica, che ci onori e ci nobiliti come esseri umani, allora possiamo solo aspettarci delle forme vincolanti di transizione energetica che abbiano tre caratteristiche: che siano efficienti, che siano vincolanti e facilmente monitorabili. Questo al fine di avviare un nuovo processo che sia drastico, intenso e possa contare sull’impegno di tutti. Ciò non è accaduto nel cammino percorso finora, ma solo con un tale processo si potrebbe ripristinare la credibilità della politica internazionale”.

Stile di vita

Importante anche un cambio di mentalità dell’Occidente forza trainante del progresso. “Possiamo affermare – nota Francesco – che un cambiamento diffuso dello stile di vita irresponsabile legato al modello occidentale avrebbe un impatto significativo a lungo termine. Così con le indispensabili decisioni politiche, saremmo sulla strada della cura reciproca”. La filosofia sottesa al testo papale sta nel suggerire – neppure troppo velatamente – una generale presa di coscienza delle responsabilità proporzionali di ciascuna delle Parti di fronte a ritardi e rinvii nel far fronte al cambiamento climatico prima che sia troppo tardi. Lodate Dio “è il nome di questa lettera. Perché – conclude lo scritto di Francesco – un essere umano che pretende di sostituire Dio diventa il peggior pericolo per se stesso”.