Grazie alla riforma della legge di contabilità, dal 2016 gli indicatori di benessere equo e sostenibile (Bes) sono entrati nell’ordinamento italiano e sono stati inclusi tra gli strumenti di programmazione e valutazione della politica economica nazionale. Tra i più importanti indicatori con cui si misura il Bes c’è il lavoro nei suoi diversi aspetti: si valutano le caratteristiche dell’occupazione in termini di stabilità normativa e di fatto, retribuzione, competenze e sicurezza. La qualità dell’occupazione, come sappiamo, non è omogenea: ci sono i buoni e i cattivi lavori. Un altro aspetto importante è la conciliazione dei tempi di lavoro e di vita: la qualità dell’occupazione di un Paese (e di un’azienda) si misura anche sulla possibilità che le donne con figli riescano a conciliare i lavori di cura familiare con il lavoro retribuito.
Il benessere delle persone di Poste
Un ulteriore indicatore è quello relativo agli aspetti soggettivi del benessere lavorativo. Molti studi hanno adottato la job satisfaction come ragionevole proxy per stimare la complessiva qualità del lavoro percepita dai lavoratori. Secondo questi studi – che sono un riferimento anche per l’Istat – la soddisfazione del lavoro risulta un buon predittore dei comportamenti dei lavoratori: dalle dimissioni, all’assenteismo, alla produttività. è in questo contesto che si può meglio apprezzare il fatto che per il quinto anno consecutivo Poste Italiane abbia conseguito la certificazione Top Employer, che l’omonimo istituto internazionale da 30 anni riserva alle eccellenze mondiali nelle politiche riguardanti i loro collaboratori. A giudizio del Top Employers Institute, Poste Italiane – che è il maggior datore di lavoro del Paese – si è distinta «nella diffusione di una cultura inclusiva con interventi a favore dei dipendenti e delle loro famiglie e una crescente capacità di prendersi cura delle persone, promuovendo l’equilibrio tra la vita privata e quella lavorativa». La certificazione si aggiunge ad altri riconoscimenti che premiano le politiche per l’uguaglianza di genere e la qualità del welfare aziendale.