Bruxelles, 12 mar – I ministri delle Finanze dell’Ue hanno aggiornato, oggi a Bruxelles, la lista nera delle “giurisdizioni fiscali non cooperative”, ovvero dei paradisi fiscali, sulla base di un processo di analisi e dialogo con i paesi terzi coinvolti, guidato dalla Commissione europea.

Sulla base di questo screening della Commissione, i ministri hanno inserito nella lista nera aggiornata 15 paesi. Di questi, solo cinque figuravano già nella prima lista nera del 2017, e vi sono rimasti perché, al contrario degli altri, non hanno preso impegni per cambiare la loro legislazione e i loro sistemi fiscali in modo da conformarsi agli standard internazionali: Samoa americane, Guam, Samoa, Trinidad e Tobago e Isole Vergini americane.

A questi cinque paesi, tuttavia, ne sono stati aggiunti oggi altri 10, spostati nella lista nera dalla “lista grigia” (che comprende le giurisdizioni sotto monitoraggio), per aver preso degli impegni a cui non hanno dato seguito: Aruba, Barbados, Belize, Bermuda, Isole Figi, Isole Marshall, Oman, Emirati Arabi Uniti, Vanuatu e Dominica.

Altri 34 paesi continueranno a essere monitorati nella lista grigia nel 2019 (lista grigia), mentre altri 25 del processo di screening originale hanno adempiuto ai propri impegni.

Nel corso del 2018, la Commissione ha valutato le 92 giurisdizioni inserite nella lista nera originaria del 2017, sulla base di tre criteri, trasparenza fiscale, buona “governance” e attività economica reale, più un indicatore, l’esistenza di un’aliquota zero per le imposte sulle società.

L’aggiornamento della lista, oggi, “mostra che questo processo chiaro, trasparente e credibile ha prodotto un vero cambiamento: 60 paesi hanno agito in merito alle preoccupazioni della Commissione e sono stati eliminati oltre 100 regimi dannosi”, valuta la Commissione in una nota, concludendo che la lista nera “ha anche influito positivamente sugli standard di buona governance fiscale concordati a livello internazionale”.

“La lista Ue dei paradisi fiscali è un vero successo europeo: ha avuto un effetto clamoroso sulla trasparenza fiscale e sull’equità in tutto il mondo”, ha sottolineato Pierre Moscovici, commissario per gli Affari economici e finanziari. “Grazie a questo processo, decine di i paesi hanno abolito i regimi fiscali dannosi e si sono allineati con le norme internazionali sulla trasparenza e la tassazione equa”. Mentre, ha concluso Moscovici, “i paesi che non hanno rispettato gli impegni sono stati inseriti nella lista nera e dovranno affrontare le conseguenze che ciò comporta.”