Roma, 14 mar – E’ la sanità l’area di spesa per il welfare più rilevante, con un valore di 37,7 miliardi nel 2018 e una spesa familiare media di 1.476 euro. E’ anche l’area di spesa, per le famiglie italiane, in maggiore crescita: +11,9% sul 2017. Spingono in questa direzione fattori eterogenei e contraddittori: da un lato il benessere economico, che induce i segmenti più ricchi ad acquisire prestazioni sanitarie a pagamento, dall’altro le difficoltà del Servizio sanitario nazionale, certamente maggiori nel Sud del paese. E’ quanto emerge dal secondo II Rapporto sul Bilancio di welfare delle famiglie italiane presentato da Mbs Consulting.

Le spese per il lavoro – trasporti e pasti rappresentano la seconda area del welfare familiare per volume complessivo: 31,9 miliardi. Nel 2018 questa cifra è aumentata del 2,2%. Le famiglie con lavoratori che hanno sostenuto queste spese sono 16,7 milioni, 65,4% del totale, e la loro spesa media annua è stata di 1.914 euro.

Quella dell’assistenza agli anziani e alle persone bisognose è la terza area per dimensione, ma la seconda per crescita: 27,9 miliardi, con un aumento del 10,3%. Questa spesa si distribuisce sull’8% dei nuclei familiari (le famiglie utilizzatrici sono 2,1 milioni) ed e’ di gran lunga quella più difficilmente sostenibile per l’impatto elevatissimo della spesa individuale: 13.300 euro per famiglia utilizzatrice. In quest’area, a differenza della salute, è molto forte il divario per area geografica: 14.863 euro per famiglia al Nord, 9.657 al Sud.

L’altra area di spesa in forte crescita è l’istruzione: 10,5 miliardi, in incremento del 9,4%. Solamente il 75,3% delle famiglie sono in grado di affrontare con il proprio reddito tutte le spese per l’istruzione, percentuale che si abbassa al 68,5% per le famiglie meno abbienti. Il 13,8% devono intaccare i risparmi e il 10,8% fanno ricorso all’aiuto di familiari e conoscenti.