Roma, 4 apr – Per il reddito di cittadinanza sono state presentate già “un milione di domande” e “senza neanche un intoppo, nonostante le problematiche politiche che abbiamo dovuto affrontare”. Così il presidente dell’Anpal, Mimmo Parisi, nel corso della prima convention dei dipendenti dell’Agenzia e della controllata Anpal Servizi, che si è svolta a Roma “per raccontare la nostra squadra e le nostre attività per il Paese”.

Il professore italo-americano ha illustrato il piano delle politiche attive per il lavoro 4.0 in tre passi: preparare la formazione di base, connettere le persone con il mondo del lavoro in tempo reale grazie alle tecnologie e sostenere i lavoratori per una continuità occupazionale grazie al lifelong learning. Parisi, si legge in alcuni tweet sul profilo istituzionale dell’Agenzia, ha sottolineato che “vogliamo fare qualcosa che veramente cambierà il nostro Paese. Con positività, speranza, partiamo con il passo giusto verso il cambiamento”.

In una convention in stile americano dal titolo “One mission, one vision, one voice” e sulle note di “We are the champions” dei Queen, Parisi ha fissato tre obiettivi: “Potenziare l’organizzazione, connettere le persone con il mercato del lavoro e sostenere la rete dei soggetti coinvolti nelle politiche del lavoro. L’Anpal sarà l’anello o il meccanismo attraverso il quale connettere le persone con il mondo del lavoro nel modo più rapido possibile”.

Parisi ha aggiunto di aver imparato nella sua esperienza con politici statunitensi di primo piano che “per poter realizzare una politica bisogna avere una missione chiara, fiducia che si possa realizzare, ma soprattutto una leadership che faciliti la sua realizzazione”. Il tema, oggi, è essere sempre pronti ad afferrare le opportunità di un mercato del lavoro in continua e rapida evoluzione. “Non c’è più la Fiat con un lavoro per 25 anni – ha concluso – adesso i lavori cambiano ogni due anni e bisogna imparare e rimparare (lifelong learning). Per ridurre la disoccupazione dobbiamo connettere le persone con diversi datori di lavoro”.