Roma, 17 apr – La percentuale di famiglie italiane che dichiarano di non fidarsi a bere l’acqua di rubinetto è stabile al 29%. E’ quanto comunicato dall’Istat che ha diffuso il secondo “Rapporto SDGs 2019. Informazioni statistiche per l’Agenda 2030 in Italia”. Nel 2018 il 10,4% delle famiglie italiane lamenta irregolarità nel servizio di erogazione dell’acqua nelle abitazioni, quota ancora in aumento rispetto agli anni precedenti.

L’Italia presenta il maggiore prelievo di acqua per uso potabile pro capite tra i 28 Paesi dell’Unione europea: 156 metri cubi per abitante nel 2015. Dei 9,5 miliardi di metri cubi d’acqua prelevati  solo 8,3 sono stati immessi nelle reti comunali di distribuzione dell’acqua potabile. Di questi, ne sono stati erogati agli utenti soltanto 4,9 miliardi di m3, corrispondenti a 220 litri per abitante al giorno. L’efficienza della rete di distribuzione dell’acqua potabile è in peggioramento. La quota di acqua immessa in rete che arriva agli utenti finali è infatti scesa dal 62,6% nel 2012 al 58,6% nel 2015.

In Italia sono in esercizio 17.897 impianti di depurazione delle acque reflue urbane (dati 2015). La percentuale (in termini di abitanti equivalenti) di carichi inquinanti di origine civile confluiti in impianti di tipo secondario o avanzato, che rappresentano il 44,2% del parco depuratori, è pari al 59,6% dei carichi inquinanti potenziali generati sul territorio. Questo dato è in leggero miglioramento rispetto agli anni precedenti, con un aumento di due punti percentuali rispetto al 2012 e di sei punti rispetto al 2005.