Napoli, 7 mag – Le difficoltà di accesso al digitale “non devono creare una nuova categoria di ‘perdenti’ nella società contemporanea, facilmente identificabili, oltre che per fasce di età e di istruzione, con i territori meno dinamici, in debito di infrastrutture”. Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso del suo intervento alla tredicesima edizione del simposio annuale COTEC Europa in corso al teatro San Carlo di Napoli.

“È evidente lo stretto rapporto esistente tra progresso dei nostri Paesi e capacità delle Pubbliche Amministrazioni di saper corrispondere in modo appropriato alle innovazioni presenti nel tessuto produttivo e sociale – ha sottolineato il Presidente Mattarella. Il dibattito ha messo in luce i due fronti ai quali occorre dare risposte. Da un lato il salto di qualità necessario, su cui, ancora troppo spesso, si registra un ritardo delle strutture burocratiche, impantanate nella babele di gestioni dei dati separate e non interoperabili fra loro. Dall’altro la questione, molto seria, del divario digitale che vulnera gli stessi principi di accesso a una piena cittadinanza.”

“Infrastrutture, età, formazione, competenze, appartenenza a categorie svantaggiate esposte al rischio di marginalizzazione, sono tutti elementi che, almeno, in una fase di transizione, può riproporre – ha sottolineato il Capo dello Stato – una questione sociale che richiama quella degli illetterati nel nostro Paese di inizio ‘900. Con quegli stessi problemi di difficoltà di partecipazione non solo alla vita della propria comunità, a partire dall’inserimento nel mondo del lavoro, ma alla stessa vita democratica. Ancora una volta la sfida è quella della cultura”.

Secondo il Presidente della Repubblica, “l’inclusività è uno degli scopi che debbono caratterizzare l’attivazione delle nuove tecnologie, con servizi il più possibile intuitivi e lo sviluppo di applicazioni facili e immediate. Va, per altro, osservato che non può essere e non è lo smartphone il simbolo contemporaneo dei diritti di cittadinanza. E’, dunque, grande la responsabilità delle pubbliche amministrazioni da tutti i punti di vista, anche sotto il profilo etico”.