Roma, 20 mag – Il 60% degli italiani si sente sicuro sul fatto che i propri dati siano archiviati in modo responsabile e sicuro dal datore di lavoro, con un aumento di nove punti percentuali rispetto a quanto registrato prima dell’entrata in vigore del regolamento (passando quindi dal 51% al 60%). Scende, poi, la percentuale di coloro che dichiarano sia un problema a cui “non hanno mai pensato”, passata dal 15% di inizio 2018 al 13% di inizio 2019. E’ quanto emerge da una ricerca di Adp che ha intervistato 10 mila dipendenti in tutta Europa.

Tuttavia, più di un quarto (28%) dei dipendenti si preoccupa ancora della sicurezza dei propri dati personali. Una delle preoccupazioni dei dipendenti è che loro stessi non abbiano alcun controllo personale sui dati archiviati (9,7%), seguito dalle preoccupazioni per eventuali attacchi informatici o violazioni dei dati (10,8%). Un altro 8,2% teme che in realtà vi siano troppi dati tenuti in azienda senza previo consenso.

Il 25 maggio segna un anno da quando è entrato in vigore il Regolamento generale sulla protezione dei dati (Gdpr) e i risultati di Adp mostrano che ha avuto un impatto positivo sulla fiducia dei dipendenti in merito alla sicurezza dei dati gestiti in azienda.

Anche a livello europeo, il regolamento sembra aver avuto un impatto positivo sulla fiducia dei dipendenti, con più della metà degli intervistati (56%) che sostiene di avere fiducia sul fatto che i propri dati vengano memorizzati in modo responsabile e sicuro da parte del datore di lavoro, con un aumento di 8 punti rispetto allo scorso anno. Tuttavia, più di un quarto (26%) è ancora preoccupato del fatto che ciò non sia ancora una realtà.