Roma, 30 mag – L’applicazione degli Studi di settore nel 2017 ha riguardato circa 3,2 milioni di soggetti (di cui il 61,5% persone fisiche) in calo dell’1,4% rispetto all’anno precedente per effetto principalmente dell’aumento delle adesioni al regime forfettario. Lo rileva il Dipartimento delle Finanze del ministero dell’Economia, nelle statistiche relative agli Studi di Settore, alle dichiarazioni delle persone fisiche in base al reddito prevalente e ad altri dati trasmessi dai contribuenti nel 2018, relativi al periodo d’imposta 2017.

I ricavi/compensi totali dei contribuenti soggetti agli Studi di settore, riferiti all’anno di imposta 2017, sono risultati pari a 729 miliardi di euro. Si registrano un lieve incremento rispetto al 2016 (+0,9%) e andamenti leggermente differenziati tra i settori: i servizi mostrano l’incremento maggiore (+1,5%), seguiti dalle attività professionali (+1,3%) e dalle attività manifatturiere (+0,7%); sostanzialmente stabile risulta il commercio.

Il reddito totale dichiarato è pari a circa 91,7 miliardi di euro, in flessione del 14% rispetto all’anno precedente; il reddito medio dichiarato è pari a 25.290 euro per le persone fisiche e a 34.260 euro per le società di persone. Il reddito medio dichiarato dalle società di capitali è pari a 34.670 euro (+4,3% rispetto all’anno precedente). Rispetto all’attività economica esercitata, il reddito medio dichiarato più elevato si registra nel settore delle attività professionali (49.190 euro, +3% rispetto al 2016), seguito dal settore delle attività manifatturiere (37.680 euro, -6,9% sul 2016) e dal settore dei servizi (27.330 euro, -4,5%).