Roma, 5 giu – Alla vigilia del direttorio della Bce si moltiplicano i segnali di debolezza sull’area euro, in particolare sulla dinamica di inflazione che ha già causato slittamenti sulla manovra di rimodulazioni degli stimoli monetari. Il commercio al dettaglio ha iniziato il secondo trimestre con la retromarcia ingranata: ad aprile le vendite sono diminuite dello 0,4 per cento rispetto al mese precedente, secondo i dati diffusi da Eurostat, dopo una variazione nullaregistrata a marzo.

Il tasso di crescita delle vendite su base annua si è ulteriormente smorzato, all’1,5 per cento ad aprile a fronte del 2 per cento di marzo. Un valore pari alla metà di quel più 3 per cento che era stato toccato a febbraio.

Nel frattempo dai prezzi alla produzione dell’industria sono giunti altri segnali deflazionistici. Sempre ad aprile hanno registrato una ulteriore contrazione mensile, pari allo 0,3 per cento rispetto al mese di marzo, secondo quanto riporta Eurostat, e dopo il meno 0,1 per cento già segnato proprio a marzo.

Il dato, che segue quello su una ulteriore moderazione dell’inflazione al consumo, all’1,2 per cento a maggio, potrebbe risultare rilevante per la politica monetaria della Bce, che ha rinviato parte del suo percorso di graduale rimodulazione degli stimoli monetari proprio alla luce della debolezza dell’inflazione. L’obiettivo ufficiale della Bce è un caro vita
inferiore ma vicino al 2 per cento e questo delta ha già causato un rinvio almeno fino a fine anno del primo ipotetico rialzo dei tassi, fermi a zero da molti anni.

Stasera inizia la riunione del Consiglio direttivo, con una cena informale e l’incontro operativo domani. Domani alle 13 e 45 verranno comunicate le decisioni di politica monetaria, alle 14 e 30 il presidente Mario Draghi terrà la consueta conferenza stampa
esplicativa e dovrebbe illustrare anche le previsioni economiche aggiornate su crescita e inflazione dell’area euro. Inoltre sono attesi i dettagli sui nuovi rifinanziamenti agevolati di lungo termine alle banche (Tltro).

Intanto a trainare il ribasso dei prezzi alla produzione, secondo l’ente di statistica comunitario, una nuova netta contrazione sulla voce energia, pari al meno 1,5 per cento in un mese. Il tasso di crescita su base annua dei prezzi alla produzione si è moderato al 2,6 per cento, dal 2,9 per cento di marzo.