Roma, 20 giu – Il Consiglio direttivo della Bce torna a lanciare segnali espansivi, nell’ipotesi in cui il quadro economico e di normalizzazione dell’inflazione dovessero peggiorare. Il direttorio “si dichiara pronto a reagire, in futuro, a eventuali circostanze avverse e ad adeguare tutti i suoi strumenti, nella maniera che riterrà opportuna, per assicurare che l’inflazione continui ad avvicinarsi stabilmente al livello perseguito dal Consiglio direttivo”.

Il messaggio è contenuto nel Bollettino economico che segue la riunione del 6 giugno scorso. E che soprattutto è stato ulteriormente specificato dal presidente Mario Draghi, che in occasione del convegno organizzato dall’istituzione a Sintra, in Portogallo, ha avvertito che “in assenza di progressi” sulla risalita dell’inflazione “saranno necessari ulteriori stimoli”.

La Bce rileva come i dati più recenti mostrino che “le circostanze avverse di carattere internazionale continuano a gravare sulle prospettive per l’area dell’euro. Il perdurare delle incertezze connesse a fattori geopolitici, alla crescente minaccia del protezionismo e alle vulnerabilità nei mercati emergenti” intaccano il clima di fiducia.

A bilanciare questi fattori gli ulteriori incrementi dell’occupazione e le retribuzioni, che secondo la Bce sostengono la capacità di tenuta dell’economia dell’area dell’euro e la crescita graduale dell’inflazione.

Sempre nel Bollettino, la Bce rileva come nell’Unione valutaria i tassi di posti di lavoro vacanti si attestano su livelli molto alti, ma il tasso di avviamento al lavoro “non si è ancora riportato sui livelli toccati in passato e la disoccupazione rimane al di sopra dei livelli contenuti registrati in precedenza”. E secondo la Bce questo riflette “condizioni più tese che minore efficienza nel mercato del lavoro”.

“La tensione nel mercato del lavoro nell’insieme dell’area dell’euro è molto più intensa rispetto al periodo precedente la crisi, anche se vi è una forte eterogeneità fra i vari paesi”.