Roma, 11 lug – Anche le apnee notturne hanno un impatto sull’economia. Ammonta infatti a 31 miliardi di euro l’anno il peso economico delle condizioni influenzate dalle apnee ostruttive del sonno in Italia. E’ questo il dato più eloquente che emerge dallo studio “Cost-of-illness study of Obstructive Sleep Apnea Syndrome (OSAS) in Italy”, realizzato dal Cergas Sda Bocconi, centre for research on health and social care management.
Questo fardello da 31 miliardi di euro annui, circa 520 euro per residente, è costituito per il 60% da costi diretti sanitari, per il 36% da costi indiretti dovuti a morbilità, mentre il restante 4% sono costi diretti non sanitari. Notevole è anche il peso per la società causato dal sotto-trattamento dell’Osas: la corrispondente perdita di qualità della vita è valorizzabile in circa 9 miliardi di euro l’anno.
Sotto-diagnosi e sotto-trattamento sono infatti tra le principali cause dell’impatto sociale dell’Osas nel nostro Paese. Secondo i dati epidemiologici riportati nello studio, a soffrire di apnee del sonno sarebbero in Italia ben 24 milioni di persone di età compresa tra 15 e 74 anni (54% della popolazione adulta), di cui circa 12 milioni di affetti da patologia di livello moderato-grave (27% della popolazione adulta, di cui il 65% maschi). Si stima che ad oggi solamente 460.000 pazienti con Osas moderata-severa siano diagnosticati (4% della prevalenza stimata) e appena 230.000 siano trattati (2% della prevalenza stimata). Un gap sostanziale sia in termini diagnostici che terapeutici, che preoccupa ancora di più se si considera che le apnee del sonno, oltre a essere un rilevante fattore di rischio per altre malattie, sono correlate anche a conseguenze non mediche (ad esempio incidentalità stradale) che contribuiscono ad aumentarne l’impatto in termini economici e sanitari.
Lo studio ha anche simulato le conseguenze di scenari migliorativi, come un eventuale incremento dei pazienti diagnosticati e successivamente trattati, prendendo in considerazione l’effetto della ventilazione meccanica a pressione positiva continua. Questo trattamento è supportato da un’ampia letteratura che ne dimostra l’impatto positivo e significativo su mortalità, rischio di ictus, incidenti automobilistici e infortuni sul lavoro.
I risultati suggeriscono che, sebbene si osservi un aumento dei costi diretti sanitari a causa dell’incremento del numero di diagnosi e trattamenti, sarebbe possibile ridurre i costi generati dalle condizioni associate all’Osas, come conseguenza di un minor rischio di esordio delle condizioni stesse, soprattutto se il trattamento è precoce. Considerando anche il valore della qualità di vita recuperata, il valore del beneficio complessivamente realizzabile supera i costi sanitari incrementali, rappresentando anche dal punto di vista economico un investimento di valore per la società.