Roma, 7 ago – L’energia rinnovabile è avviata a diventare una componente core del mix energetico di cui ci avvaliamo. A maggio di quest’anno e per la prima volta dal 1882, il Regno Unito si è astenuto dall’utilizzo del carbone per generare energia per una settimana intera. Le fonti di energia pulite vengono sempre più utilizzate come alternative economicamente vantaggiose e a bassa emissione rispetto a carbone, petrolio e gas. Al momento l’energia rinnovabile corrisponde solo a una piccola parte del mix energetico globale. A fare il punto sul tema Mark Lacey, Head of Commodities di Schroder Investment Management.

La componente di energia derivante dalle rinnovabili “deve essere incrementata notevolmente per raggiungere gli obiettivi climatici, inclusi quelli dell’accordo di Parigi volti a limitare l’aumento delle temperature a 2° C. Di conseguenza, dobbiamo passare rapidamente a fonti di energia rinnovabile”.

La storia racconta che sono già avvenute in passato due transizioni a nuove fonti di energia: dai biocarburanti tradizionali (come il legname) al carbone verso la fine dell’800 e dal carbone all’oil&gas verso la metà del ventesimo secolo. Entrambi i cambiamenti precedenti hanno comportato modifiche strutturali di lungo periodo che si sono dimostrate fortemente dirompenti. L’utilizzo del carbone è stato dovuto all’introduzione dei motori a vapore. Il passaggio all’oil&gas è stato guidato invece dal passaggio ai motori a combustione interna.

Mentre la piena adozione del carbone ha impiegato circa 70 anni e quella dell’oil&gas circa 50, spiega Lacey, “crediamo che per un passaggio completo alle rinnovabili ci vorranno circa 30 anni. Ciò è dovuto al fatto che sarà guidato da cambiamenti forzati: la gravità della minaccia posta dal cambiamento climatico impone ai Governi di supportare la transizione energetica verso le rinnovabili”.